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Vaccino, l'ad di Pfizer Albert Bourla: "Perché l'Europa è così indietro. Entro l'autunno il ritorno alla normalità"

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Albert Bourla è presidente e amministratore delegato di Pfizer parla dell'emergenza coronavirus. "Stiamo programmando di aumentare drasticamente le nostre forniture di vaccini ai Paesi europei nelle prossime settimane. In questo trimestre consegneremo oltre quattro volte di più di quanto abbiamo fatto nel primo trimestre: 250 milioni di dosi, dopo averne date 62 fino a marzo. E siamo in discussioni per fare di più. Ho fiducia che ci riusciremo. Certo, c’è sempre la possibilità che qualcosa vada storto, come si vede dai problemi che stanno avendo altre aziende. Qualche questione può sempre sorgere, quando hai a che fare con la manifattura complicatissima di prodotti biologici. Ma sono ottimista, ho fiducia, perché finora abbiamo prodotto tantissimo ed è andata a buon fine quasi nel 100% dei casi. Non ci sono stati lotti da buttare. Il nostro processo produttivo si è dimostrato stabile e affidabile", spiega in una intervista al Corriere della Sera.

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Si dice ottimista sul ritorno alla normalità in autunno: "Lo vediamo dall’esempio di Israele. Abbiamo un’idea e abbiamo anche una pianificazione molto rigorosa. Ne parliamo con l’Unione europea ogni settimana. Loro vogliono vedere gli aggiornamenti e noi li forniamo. Credo siano soddisfatti, come noi, perché finora siamo sempre stati in anticipo sulla tabella di marcia. Nel nostro stabilimento di Puurs, in Belgio, entro maggio programmiamo di raggiungere il ritmo di circa 100 milioni di dosi prodotte al mese. Con miglioramenti significativi e continui a seguire nei prossimi mesi", chiarisce.

Ha anche una spiegazione sul fatto che l’Europa sia indietro sui vaccini rispetto agli Stati Uniti o alla Gran Bretagna: "Fornire le dosi per 447 milioni di persone e somministrarle è una missione colossale - spiega cercando di salvare i partner dell'Ue, pur conscio di quanto negli Stati Uniti la sfida sia stata ben più probante -. Per quel che vedo dal nostro lato, funziona come un ingranaggio ben oliato. Tutti i 27 Paesi stanno ricevendo quanto richiesto, spediamo in molti centri in ogni Stato ogni settimana. Tutte le dosi arrivano, con una precisione del 99,9%. Il problema è che la Ue è molto grande e non tutti i fornitori sono riusciti a consegnare quanto promesso. Questo ha creato temporaneamente dei problemi. Ma ora stiamo tutti accelerando la produzione e credo che entro un paio di mesi non ci sarà più un problema di disponibilità. Le quantità basteranno. La luce che vediamo in fondo al tunnel inizierà a diventare sempre più intensa", sentenzia in modo ottimistico.

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