Coronavirus, Melania Rizzoli e l'"immunità naturale" che protegge i positivi per circa dieci mesi
Tutti quelli che si sono ammalati per primi a inizio pandemia, ovvero dal marzo 2020, e che sono poi guariti dal Covid19, hanno sviluppato una immunità naturale di almeno 9/10 mesi dalla data di guarigione, e in questo lungo periodo sono rimasti protetti per tutto il tempo grazie agli anticorpi naturali che si sono sviluppati a seguito dell'infezione virale. Quindi aver avuto la malattia garantisce una protezione da una eventuale reinfezione pari ad almeno 9/10 mesi, tranne rarissimi casi, anche se questo limite viene considerato dalla scienza provvisorio e temporale, poiché la durata del l'immunità é ancora da verificare e si capirà solo a fine anno se tale limite potrà essere esteso a 12 mesi od oltre. Avendo a che fare con una nuova patologia, di cui conosciamo ormai sintomi ed effetti, non è passato ancora abbastanza tempo per vedere che cosa accade a lungo termine dopo aver contratto malattia, ma è sicuro che gli anticorpi restano a vigilare nel sangue del paziente perlomeno per tutto il periodo di osservazione che c'è stato finora a disposizione.
L'immunità artificiale invece - quella che viene indotta dal vaccino, per intenderci - nei soggetti che non hanno mai avuto contatti con il Coronavirus appare addirittura più robusta ed efficace di quella naturale, ma pure in questi casi, a causa della scarsità dei dati a disposizione, prevederne l'esatta durata non è ancora possibile, anche se le premesse per una memoria immunologica piuttosto duratura ci sono tutte, e non è affatto detto che si debba ripetere dopo un anno la somministrazioni del vaccino per scongiurare un nuovo contagio.
MEMORIA CELLULARE
Gli esami sierologici di sorveglianza hanno evidenziato una graduale e fisiologica diminuzione dei livelli di anticorpi specifici pochi mesi dopo l'infezione da Sars-Cov2, il che non significa una diminuzione della protezione, poiché milioni di linfociti (globuli bianchi) si trasformano in "cellule della memoria" di lunga vita, le quali sono in grado di attivarsi immediatamente in caso di ulteriore contatto con il Corona, rispondendo più velocemente ed efficacemente contro l'agente patogeno, impedendogli dunque di sviluppare la malattia. Questo accade sia con l'immunità naturale che con quella indotta vaccinale, ed è peraltro proprio su questa "memoria immunologica" che si fondano le speranze di una immunità lunga e duratura al Coronavirus. Secondo molti studi, infatti, questo meccanismo difensivo sarebbe in grado di proteggere le persone addirittura per molti anni, dal momento che è stato dimostrato che laddove gli anticorpi specifici contro il Covid non erano più rilevabili nel sangue, a mesi di distanza dall'infezione - un calo considerato comunque fisiologico - la presenza delle cellule linfocitarie difensive, quelle che "ricordano" o "riconoscono" il virus, considerate cellule vigili e protettive, non tendeva affatto a diminuire.
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MISURE PROTETTIVE
Comunque sia, non è il momento di abbassare la guardia, perché i risultati scientifici sostengono che anche le persone con pregressa infezione da Sars-Cov2 , indipendentemente se siano state sintomatiche o meno, debbano essere vaccinate, a distanza di almeno tre mesi ed entro i sei mesi dalla stessa, anche se la possibilità di reinfezione risulta ridotta dell'83 per cento, tenendo presente che la risposta immunitaria dei vaccini a mRna, Pfizer e Moderna, inizia dopo due settimane dall'inoculazione della prima dose, mentre per il vaccino Astrazeneca la protezione inizia dopo tre settimane dalla prima somministrazione, e per tutti questi tre tipi di vaccini è necessaria la seconda dose al fine di ottenere una risposta ottimale e completa. È importante ricordare a coloro che si sentono in sicurezza dopo la vaccinazione, che la somministrazione del farmaco protegge chi lo riceve dalla malattia virale, ma non è sicuro che protegga dal contagio, per cui anche chi è vaccinato, se dovesse entrare in contatto con un soggetto positivo al Covid, deve adottare le stesse misure preventive valide per chi non è ancora vaccinato, ovvero sostenere i 10/14 giorni di quarantena, a prescindere dal tipo di siero preventivo ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione. Ad oggi quindi è ancora difficile prevedere esattamente quanto possa durare l'immunità al Covid19 , naturale o indotta che sia, e quanto alto sia il livello di protezione dall'infezione e dal contagio, nonostante, dai pochi dati finora a disposizione, sembra che ci siano ottime premesse per una risposta immunitaria lunga e duratura. Sperèm.