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AstraZeneca, l'esperto Guido Forni: "Fase tre disastrosa", ecco come si arriva allo stop al vaccino

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 "È un momento delicatissimo. In un paio d'ore ho trovato la casella elettronica piena. Sempre la stessa domanda: fino a che punto posso fidarmi del vaccino?". Queste le parole di Guido Forni,immunologo e docente all'università di Torino. "Il sospetto non è una prova, ma ormai AstraZeneca è marchiato emotivamente. La gente non si fida. Anche se verrà scagionato dall'inchiesta dell'Ente europeo sarà dura restituirgli credibilità. E questo è un guaio che non ci voleva. La sua storia è tormentata. L'idea di base è geniale: usare come vettore l'Adenovirus dello scimpanzè, seguendo l'intuizione del professor Cortese scomparso nel 2017. Gli studi preclinici sulla risposta immunitaria sono stati molto accurati e hanno dato risultati brillanti. AstraZeneca pareva la risposta ideale al Covid: Europa e Gran Bretagna hanno puntato forte sul suo sviluppo. Poi qualcosa è andato storto", rivela.

 

 

 

Forni spiega anche cosa non è andato: "La fase tre è stata disastrosa, almeno dal punto di vista dell'eco. L'errore della doppia dose. Le elaborazioni discutibili. Le fazioni contrapposte di oppositori e difensori d'ufficio. Logico che le persone comuni fossero prevenute. Poi queste morti: tutte da verificare, ma il dubbio si è insinuato". Si troverà una soluzione? "Non sarà semplice capire che cosa è successo realmente. In questo senso i punti interrogativi stanno quasi a zero: i casi registrati sono numeri infinitesimali. Non credo a un errore nella conservazione del vaccino. Più verosimile la possibilità di un lotto nato male, magari dovuto alla delocalizzazione dei siti di produzione", chiarisce in una intervista al Giorno.

 

 

 

AstraZeneca non  è comunque un vaccino: "Il costo ridotto è una scelta nobile del colosso anglo-svedese che ha deciso di non guadagnare sul brevetto. In Norvegia per esempio sono morti tre anziani dopo l'inoculazione del siero Pfizer. Si è scoperto più tardi che non c'era nesso di causa, semplicemente a una certa età si è più fragili e si muore". Gli altri vaccini come Johnson & Johnson e Sputnik? "Stessa tecnologia di Astrazeneca. La differenza sta nell'Adenovirus umano. I ricercatori hanno compiuto uno sforzo collettivo senza precedenti nella storia dell'umanità: i vaccini Pfizer e Moderna erano pronti cinque giorni dopo l'identificazione della struttura genetica del virus, c'è voluto più tempo per i test e la produzione. È stata messa in campo una tecnologia inesplorata, almeno a livello industriale. Con risultati eccellenti: questo va rimarcato davanti al turbamento dell'opinione pubblica", conclude.

 

 

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