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Coronavirus, l'epidemiologo Gianfranco Spiteri è pessimista sul 2021: "Non riusciremo ad abbracciarci o a liberarci dalle mascherine"

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Gianfranco Spiteri dell'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha studiato come il coronavirus sia entrato in Europa. Il primo caso osservato risale al 17 novembre 2019. È un uomo di 55 anni della provincia dell'Hubei, quella con Wuhan come capoluogo, ma è verosimile che la circolazione, in Cina, fosse iniziata già da qualche settimana. Lo spiega Gianfranco Spiteri, in una intervista a Repubblica, epidemiologo di Malta che lavora a Stoccolma e che con i suoi colleghi, si è occupato di ricostruire la comparsa del coronavirus in Europa.

 

 

 

 

"Il virus è stato trovato nelle acque reflue in Italia a dicembre, un uomo ricoverato in terapia intensiva in Francia era positivo, si è scoperto più tardi, già il 27 dicembre. Il fatto che quel paziente non avesse viaggiato significa che probabilmente il coronavirus era già in circolazione da qualche tempo nell' area di Parigi. Gli studi di filogenetica fissano l'origine di Sars-Cov-2 in Cina tra settembre e l' inizio di ottobre del 2019", spiega Spiter. L'epidemiologo conclude che la strada per riuscire a tornare come prima è ancora lunga: "Nel prossimo anno faremo passi importanti per uscire dalla pandemia. Ma non penso che riusciremo ancora ad abbracciarci o a liberarci dalle mascherine. Questa è una pandemia da cui usciremo in tempi lunghi", conclude.

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