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Vaccino Covid, l'Italia non ha un piano per gestione e distribuzione: l'ipotesi, conservarlo a -80° nelle caserme

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L'Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei sul piano per la ripartizione dei vaccini al coronavirus. La task force del ministero della Salute che dovrebbe occuparsi di pianificare la distribuzione dei vaccini - a cui capo è stato messo l'onnipresente Domenico Arcuri - non è ancora pronta. Le prime dosi arriveranno a fine dicembre, ma non si sa chi farà la distribuzione, a chi dovranno essere consegnate le dosi, chi effettuerà la vaccinazione e chi saranno i beneficiari. L'Assoram, associazione degli operatori commerciali e logistici di farmaci e salute, tra l'altro ha spedito una raccomandata il 22 ottobre ai nostri governanti. "Per l’imminente arrivo del vaccino anti Covid – ha spiegato il presidente , Pier Luigi Petrone - abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo interforze con il ministero dei Trasporti, della Salute e Monopoli e della Presidenza del Consiglio per creare un piano nazionale per la distribuzione dei vaccini. La risposta? Zero. Lettera morta", spiega Petrone.

 

 

 

Ci sono stati contatti da parte del ministro Roberto Speranza anche con il collega della Difesa, Lorenzo Guerini, per usufruire di mezzi e strutture che serviranno per questa nuova operazione anti-Covid. Si parla di una conservazione dei vaccini a meno 80 gradi e diverse caserme poste sul territorio nazionale infatti possono essere utilizzate per lo stoccaggio delle dosi. A fare le prime vaccinazioni, scrive il Giornale, dovrebbero essere proprio i medici della sanità militare assieme al personale sanitario civile. Non è ancora chiaro però quanti saranno gli uomini, i mezzi e le strutture che dovranno essere impegnati e neanche quanto costerà l'operazione.

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