Caviglie gonfie, occhio al campanello d'allarme: possono nascondere una "patologia letale"
Oltre che un brutto inestetismo, il gonfiore delle caviglie è sempre il risultato di una disfunzione, è un campanello d'allarme e un importante sintomo più o meno grave che andrebbe indagato e mai sottovalutato. Tralasciando i traumi, che sono la causa più frequente del gonfiore di una sola caviglia (contusione, distorsione, tendinite o frattura), quando si nota un ispessimento anomalo dei tessuti molli circostanti di ambedue i malleoli o piedi bisogna sempre capire il perché, e i perché sono davvero molti. In assenza di dolore o rossore, le caviglie che improvvisamente aumentano di volume e si gonfiano sono probabilmente il risultato di una ritenzione di liquidi che ristagnano negli spazi interstiziali, che non vengono drenati e che sviluppano quindi una forma edematosa non infiammatoria. Oltre che con la semplice osservazione visiva, per capire se si è in presenza di un reale edema declive basta premere con un polpastrello sulla zona edematosa, dove, se rimane l'impronta del dito, si conferma la diagnosi di ritenzione idrica. Squilibri ormonali, come ad esempio gli estrogeni, il progesterone e gli ormoni tiroidei (tipico il gonfiore delle caviglie provocato dall'ipotiroidismo), possono causare edemi malleolari bilaterali per lo più transitori, in quanto questi disturbi vengono facilmente riconosciuti e possono regredire presto se curati con i farmaci specifici. L'abuso di sodio (sale da cucina) è un'altra delle cause più frequenti del gonfiore delle caviglie, poiché avendo il sodio un potere osmotico molto potente, trattenendo il sale migliaia di molecole di acqua, queste possono accumularsi nei distretti più distali, ovvero nei piedi. Anche molti farmaci provocano lo stesso effetto, come i calcio-antagonisti dei medicinali anti-ipertensivi, molto diffusi nella popolazione ipertesa, e nel caso in cui l'entità del gonfiore sia eccessiva, si può scegliere di cambiare la terapia farmacologica con altri principi attivi che non hanno questo effetto collaterale.
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FLUSSO DIFFICOLTOSO
Molti edemi delle caviglie inoltre, sono causati da malattie vascolari, quelle che interessano soprattutto il ritorno venoso (vene varicose, flebiti, linfedema, trombosi venose) cioè quando il flusso di sangue è parzialmente o totalmente impedito da problemi vascolari, il flusso ematico non risale correttamente verso l'addome e il cuore, per cui, essendo rallentato, travasa dai capillari accumulandosi nelle caviglie, condizione frequentemente osservabile nei soggetti particolarmente obesi, anziani, sedentari o nelle donne in stato avanzato di gravidanza. Le trombosi venose profonde degli arti inferiori, che originano da flebiti non trattate, devono essere curate con tempestività con farmaci anticoagulanti, perché gli emboli trombotici sovente si distaccano, sollecitati dal massaggio muscolare durante la deambulazione, e risalgono fino all'apparato respiratorio, dando origine alla temibile trombosi polmonare, una patologia spesso letale, primo perché difficilmente diagnosticabile clinicamente con tempestività, poi perché fortemente ostruttiva della vena polmonare, una condizione drammatica che spezza il respiro e che ha causato milioni di morti nel mondo (la stesa patologia che ha ucciso il famoso giornalista Paolo Fraiese) e che invece, se riconosciuta e trattata in tempo utile, è oggi perfettamente curabile e guaribile. In presenza di dolore attorno all'edema malleolare invece, accompagnato da un peggioramento della mobilità articolare della caviglia, bisogna indagare sulle malattie infiammatorie reumatiche, come ad esempio l'artrite reumatoide, a meno che il rossore e dolore della caviglia non sia imputabile ad una puntura, ad morso di animali, ad un contatto con una pianta tossica o ad una infezione in seguito ad una ferita infettata non curata. Quello che mi preme sottolineare, però, è che l'accumulo di liquidi nei piedi e dintorni può essere correlato a patologie cliniche più gravi ed allarmanti, come i tumori invasivi della pelvi e dell'addome, l'insufficienza epatica, l'insufficienza renale e quella cardiaca, che conducono tutte allo scompenso cardiaco, il cui primo sintomo evidente sono appunto le caviglie gonfie, un segnale visibile che compare addirittura settimane prima che il cuore arrivi allo scompenso totale e all'arresto cardiaco.
SPIA DELL'ORGANISMO
Quindi anche le nostre caviglie in qualche modo "parlano" ed indicano spesso lo stato di salute generale del nostro organismo, poiché il loro gonfiore nasconde sempre un disturbo locale o più spesso il mal funzionamento di organi vitali come cuore, fegato e reni, per cui quando sono molto gonfie, arrossate, calde o doloranti, quando si associano a febbre, e comunque quando si verifica il loro edema o aumento di volume più o meno improvviso, non riconducibile a cause traumatiche, con senso di tensione e di impaccio nella roteazione del piede, se il sintomo è persistente oltre pochi giorni, è sempre necessario consultare un medico, soprattutto se si è coscienti di essere portatori di malattie cardiovascolari, renali od epatiche. Perché le nostre caviglie, organi indispensabili che reggono in piedi e permettono di far camminare il nostro corpo per tutta la vita, sono anche e soprattutto quella parte dell'organismo che ci avverte per prima, ci rallenta il passo in tempo utile ed in modo chiaramente visibile, per suggerirci che qualcosa in quel momento non va per il verso giusto.