In Italia si stima circa un milione di alcoldipendenti e, di questi, secondo i dati del Ministero della Salute, solo 58 mila circa si rivolgono ai servizi deputati alla cura e riabilitazione dell’alcoldipendenza. Un gap ampio che conferma i dati europei in cui abuso e dipendenza da alcol risultano essere il disturbo meno trattato se confrontato con altre patologie mentali. Il nuovo paradigma di trattamento offerto da Nalmefene punta a incrementare l’offerta di alternative terapeutiche disponibili e a rispondere all’esigenza dei medici e dei pazienti di definire obiettivi più realistici per coloro che si mostrano riluttanti nell’avviare un percorso di cura a lungo termine, basato esclusivamente sull’adozione immediata della completa astensione dal bere. Nalmefene, che sarà disponibile anche in Italia dal 1 Ottobre, è, infatti, il primo e unico farmaco autorizzato per la riduzione del consumo di alcol in pazienti con alcoldipendenza con consumo a elevato rischio. “Nalmefene rivoluziona l’approccio terapeutico all’alcoldipendenza offrendo il vantaggio di proporre al paziente un obiettivo di trattamento intermedio più realistico e quindi più accettato, in cui la riduzione del consumo può costituire uno step intermedio per preparare i pazienti alla completa astensione, oltre che essere associato a una riduzione della morbilità e mortalità alcol correlate” osserva Luigi Janiri, professore di Psichiatria, Università Cattolica del Sacro Cuore. Nalmefene è indicato in pazienti adulti con dipendenza da alcol che hanno livelli di consumo a elevato rischio (>60g/giorno per gli uomini, > 40g/giorno per le donne) senza sintomi fisici da sospensione e che non richiedono interventi immediati di disintossicazione. Deve essere prescritto solo congiuntamente a un supporto psicosociale continuativo, mirato all’aderenza al trattamento e alla riduzione del consumo di alcol. “La possibilità di modulare il trattamento sulla base delle necessità del paziente grazie alla posologia ‘secondo necessità’ rappresenta un ulteriore elemento a vantaggio del nuovo approccio offerto da Nalmefene – sottolinea Janiri – La posologia secondo necessità contribuisce, inoltre, a una maggiore coscienza e alla responsabilizzazione del paziente verso il suo consumo di alcol”. “Negli studi ESENSE 1 e 2 i pazienti con un livello di rischio almeno alto trattati con Nalmefene hanno ridotto in media il loro consumo totale di alcol di più del 40% durante il primo mese e di circa il 60% dopo 6 mesi di trattamento” conclude il professor Janiri. “Nalmefene rappresenta la prima e più importante innovazione nel trattamento dell’alcoldipendenza dopo un lungo periodo di silenzio da parte della ricerca scientifica e di staticità nei percorsi di cura – sottolena il Dott. Ralph Fassey, Amministratore Delegato Lundbeck Italia – Siamo lieti di poter offrire con Nalmefene un approccio innovativo a questa patologia che, assieme alle patologie correlate, rappresenta nel nostro Paese una delle principali emergenze, con implicazioni a livello medico, psicologico, economico e sociale. Nalmefene risponde ai bisogni terapeutici ancora insoddisfatti dei pazienti e fornisce un’opzione efficace e sicura a disposizione dei medici”. (M. M.)