Ricerca in oftalmologia,conferme per ranibizumab

I dati presentati al congresso ARVO 2014 ad Orlando (USA) ne confermano i risultati ottenuti dalla pratica clinica ed evidenziano il profilo di sicurezza
di Maria Rita Montebellidomenica 11 maggio 2014
Ricerca in oftalmologia,conferme per ranibizumab
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Buone notizie dal congresso dell’Association for Research in Vision and Ophthalmology (ARVO) 2014 dove sono stati presentati i dati relativi a ranibizumab e riguardanti le cinque indicazioni per le quali ranibizumab è stato approvato: la degenerazione maculare senile essudativa [wAMD], l’edema maculare diabetico [DME], l’edema maculare secondario ad occlusione venosa retinica centrale [CRVO] e di branca [BRVO] e la neovascolarizzazione coroideale secondaria a miopia patologica [mCNV]). I dati sottolineano nuovamente il profilo di efficacia e sicurezza del trattamento, profilo derivato sia dagli studi clinici registrativi sia dagli studi osservazionali condotti nel mondo reale. Ranitizumab è stato approvato nel giugno 2006. “Il dato fondamentale è che i risultati di efficacia e sicurezza si riflettono anche nel contesto clinico relativo al mondo reale - ha dichiarato il dottor Timothy Wright, Responsabile del Development a livello Global, Novartis Pharma AG. – I risultati provvisori a un anno dello studio LUMINOUS, studio osservazionale cross-indicazione condotto in ‘real-life practice’, confermano il profilo di sicurezza di ranibizumab nei pazienti con degenerazione maculare senile essudativa”. Lo studio LUMINOUS. Si tratta di un trial prospettico multinazionale e osservazionale di 5 anni – il più vasto studio nell’ambito della retina medica attualmente in corso, che ha arruolato 30.000 pazienti nell’ambito di tutte le indicazioni approvate di ranibizumab – e all’ARVO 2014 sono stati presentati i risultati a un anno sull’efficacia e la sicurezza di ranibizumab. Dei primi 2112 pazienti con degenerazione maculare senile essudativa arruolati, quelli già trattati in precedenza, inclusi quelli con più di 6 anni di trattamento con ranibizumab, hanno conservato la propria acuità visiva durante tutto il corso del primo anno. I pazienti non precedentemente trattati ed esposti a trattamento con ranibizumab hanno mostrato invece un guadagno di capacità visiva rispetto al basale (+4,1 lettere ETDRS). Non è stato identificato alcun nuovo dato relativamente al profilo di sicurezza, che rimane confermato. Lo studio COMRADE-B. Il trial ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di ranibizumab rispetto a desametasone nei pazienti con edema maculare secondario ad occlusione venosa retinica di branca. I pazienti trattati con ranibizumab (iniezioni intravitreali di ranibizumab 0,5 mg per 3 mesi, seguiti da una posologia PRN, ovvero ‘al bisogno’), rispetto ai pazienti trattati con desametasone (impianti da 0,7 mg con durata complessiva di circa 6 mesi), hanno avuto guadagni nella vista significativamente superiori al sesto mese di trattamento: stiamo parlando di risultati temporanei, perchè i risultati definitivi del follow up saranno disponibili tra circa 2 anni. Entrambi i gruppi di trattamento hanno comunque mostrato un tasso ridotto di eventi avversi legati alla sicurezza sia oculare sia non oculare, sebbene nel braccio trattato con desametasone ci fosse un’incidenza di pressione intraoculare di nove volte superiore rispetto a ranibizumab. (L. LUC.)