E’ ormai da tempo riconosciuto che l’isolamento sociale è un potente fattore di rischio di mortalità. Grazie al programma ‘Viva gli anziani!’ sono stati realizzati a Roma una serie di interventi mirati a contrastare la solitudine degli over 75, attraverso la costruzione di reti di solidarietà e aiuti personalizzati. In dieci anni di attività sono state contattati più di 9 mila anziani e sono state coinvolte 11 mila persone nelle cosiddette ‘reti di prossimità’. Attualmente il programma si occupa di 4 mila anziani residenti nei rioni del Centro storico di Roma – Trastevere, Testaccio ed Esquilino – e si propone di implementare gli aiuti anche ad altri rioni come Monti e Borgo/Prati. Un progetto “estremamente lungimirante; un modello che conviene e che deve essere esteso; una filosofia basata sul principio di sussidiarietà, che mira a rompere la solitudine delle persone – ha commentato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin - un uso ridotto di risorse, con risparmi significativi per il Servizio sanitario nazionale che oggi si trova di fronte ad un problema di sostenibilità”. Gli anziani coinvolti vengono contattati e inseriti in un data base di controllo telefonico, gestito da operatori di quartiere e volontari che assicurano i servizi di prossimità e la gestione delle diverse esigenze. Il costante monitoraggio delle situazioni individuali consente di ottenere risultati positivi in termini di prevenzione del danno e di riduzione della spesa socio-sanitaria in particolare per quanto riguarda i ricoveri impropri e l’assistenza domiciliare. Come spiega il professor Giuseppe Liotta dell’Università romana di Tor Vergata “Il programma individua chiaramente alcuni obiettivi prioritari: prevenire l’isolamento sociale, costruire reti di prossimità intorno agli anziani, specie i più isolati, aiutarli ad affrontare i momenti critici come gli eccessi climatici, le conseguenze di una caduta, ma anche la rottura degli occhiali, o la malattia di un parente che era il collegamento con il mondo, collegamento che improvvisamente potrebbe interrompersi. Come si vede l’obiettivo non è un quello di un telesoccorso, né di un servizio di assistenza domiciliare ma quello di offrire un servizio flessibile, cioè in grado di adattarsi al variare, anche repentino, delle necessità dei più fragili”. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo ha così commentato: “Il programma è una risposta vera ai problemi dell’oggi, perché rompe l’isolamento degli anziani mettendo in piedi una rete di solidarietà che contribuisce a creare una cultura nuova di cui l’Italia ha bisogno per uscire dalla crisi, e che attiva meccanismi di emulazione inaspettati”. (GIOIA TAGLIENTE)
