Non ci sono differenze significative tra generici e brand. E’ quanto emerge dai risultati preliminari del primo studio osservazionale retrospettivo di confronto, realizzato con il contributo incondizionato di DOC Generici, presentati a Roma in occasione dei recenti congressi della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), della Società Italiana di medicina Interna SIMI) e della Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi (SISA). Obiettivo primario dello studio valutare aderenza e persistenza di alcuni farmaci generici rispetto agli originatori. Sono stati inoltre valutati Hard Endpoints, quali ospedalizzazione e mortalità, Resource Utilization e Analisi dei Costi. “L'introduzione dei farmaci generici - dichiara il Prof. Alberico L. Catapano, Presidente Società Europea Aterosclerosi e Ordinario di Farmacologia all'Università di Milano - è un passo importante nel controllo dei costi sanitari e nel liberare risorse che possano essere utilizzate per terapie innovative. Allo stesso tempo è fondamentale dimostrare che gli effetti misurabili nella popolazione esposta - continua Catapano - siano del tutto confrontabili a quelli del farmaco originatore. I dati preliminari oggi a disposizione vanno in questa direzione”. Questo importante studio, è stato condotto analizzando i database amministrativi dal 2008 al 2011, relativi ad oltre 350 mila pazienti appartenenti a 5 ASL lombarde (Bergamo, Lecco, Milano città, Milano 2-Melegano, Pavia) che raggruppano una popolazione totale di circa 4 milioni di persone. Patologie diverse, risultati uguali. Si tratta del primo studio con queste caratteristiche che, per portata e risultati, rappresenta una pietra miliare nella storia dei farmaci generici in Italia, avendo confrontato popolazioni omogenee per età e sesso, in trattamento con farmaco brand o con il relativo farmaco generico, analizzando sei molecole specifiche per altrettante aree terapeutiche: displidemia (simvastatina), ipertensione (amlodipina), cardiologia (propafenone), psichiatria (sertralina), osteoporosi (alendronato) e diabetologia (metformina). L’età media dei pazienti coinvolti è di 68 anni e gli outcomes considerati sono aderenza e persistenza in terapia, mortalità, consumo di risorse e altri health costs, come ospedalizzazioni e visite specialistiche. Lo studio ha approfondito anche aspetti di farmacoeconomia con l’obiettivo di analizzare l’impatto economico dell’utilizzo dei generici per la sostenibilità della spesa nel sistema sanitario italiano. “I farmaci OFF patent, a brevetto scaduto - dichiara il Prof. Giorgio Colombo, Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Pavia - rappresentano ad oggi, in Italia, quasi la metà del consumo territoriale e circa il 28% della spesa. Tuttavia la maggiore prescrizione si concentra ancora sui prodotti branded - continua Colombo - a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei dove si privilegia il farmaco equivalente puro (unbranded) con un consumo pari al 60%-80% del mercato, contro il 15% dell’Italia. Il farmaco generico a brevetto scaduto - conclude Colombo -può portare ad un aumento dell’efficienza dei sistemi sanitari e può aumentare la proporzione della popolazione che beneficia di una copertura sanitaria”. Che succede in Italia. “DOC Generici è un’azienda italiana il cui futuro è molto legato alla crescita del mercato dei generici in Italia - dichiara il Dott. Gualtiero Pasquarelli, Amministratore Delegato DOC Generici - Da noi c’è ancora chi mette in dubbio l’efficacia e la sicurezza d’uso del generico nonostante i farmaci equivalenti, una dizione che meglio si presta che non il termine generico, siano ormai entrati nella pratica quotidiana. Probabilmente le remore derivano o da una mancanza di informazione adeguata o dal vecchio vezzo, tutto italiano, di collegare la qualità al prezzo. Ne consegue l’equazione minor prezzo uguale minor qualità. Nulla di più sbagliato perlomeno in campo farmaceutico. Nei paesi in cui il generico è arrivato già da tempo sono disponibili numerosi studi osservazionali che dimostrano come la sostituzione della specialità originale con il farmaco equivalente lasci inalterato il livello di efficacia e di sicurezza della terapia. Molteplici lavori di questo genere, realizzati su più molecole, sono stati realizzati negli Stati Uniti ed in Germania, dove il generico rappresenta ormai la prima scelta nel trattamento delle patologie più comuni. Studi e dati che, in Italia, non erano disponibili. La decisione di offrire un contributo incondizionato a questo studio – conclude Pasquarelli - nasce dalla volontà di voler misurare nel contesto italiano cosa succede se sostituiamo le specialità originali con i farmaci equivalenti a livello di aderenza alla terapia, efficacia e sicurezza d’uso. Non stupisce che i dati preliminari confermino quanto visto all’estero”. (M. M.)