Infarto Miocardico Acuto: rimborsabili gli ‘Omega 3’

L’AIFa ha determinato la rimborsabilità solo dei farmaci ‘Omega 3’ con un quantitativo di EPA+DHA pari a 850mg/g, gli unici in grado di dimezzare il rischio di Morte Improvvisa
di Maria Rita Montebellidomenica 5 gennaio 2014
Infarto Miocardico Acuto: rimborsabili gli ‘Omega 3’
3' di lettura

La prescrizione di farmaci Omega 3 con EPA+DHA non minore di 850 mg/g ai pazienti nella fase successiva a una Sindrome Coronarica Acuta è adesso non solo un’opzione, ma un vero e proprio “dovere” per il medico, già nell’Unità di Terapia Intensiva Coronarica. Lo prevede la Nota 94 dell’AIFa, in vigore dal 6 dicembre scorso, che disciplina l’utilizzo dei PUFA n-3 (Omega 3) nella prevenzione della Morte Improvvisa in pazienti che hanno sofferto una recente Sindrome Coronarica Acuta. La loro rimborsabilità nell’indicazione Ipertrigliceridemia continua invece a essere regolata dalla Nota 13. La novità che la Nota 94 introduce è che sono considerati rimborsabili nel post-infarto solo i farmaci PUFA n-3 con contenuto di EPA+DHA Esteri Etilici 85% minimo pari a 850 mg/g; l’inserimento di questa esclude dalla rimborsabilità, per questa indicazione, tutti gli altri farmaci che hanno concentrazioni di EPA+DHA più basse, perché non in grado di ridurre l’incidenza di Morte Improvvisa nel post-infarto. Allo stato attuale del mercato italiano, solo 3 farmaci, fra cui Esapent, soddisfano i requisiti quantitativi e qualitativi. Alla luce della Nota 94, la mancata prescrizione a pazienti infartuati dei farmaci per i quali l’AIFa ha accordato la piena rimborsabilità potrebbe implicare problematiche medico-legali. Il parere degli esperti. «Con la Nota 94 l’AIFa fornisce una precisa allocazione e appropriatezza prescrittiva ai farmaci PUFA n-3 che erano stati inseriti nella prima edizione della Nota 13 con una generica indicazione per il post-infarto e associati ai farmaci ipocolesterolemizzanti, come le statine, pur avendo un altro meccanismo di azione – afferma il professor Stefano Taddei, Centro regionale di riferimento per la Diagnosi e Terapia dell’Ipertensione e dell’Ipotensione arteriosa, Unità Operativa di Medicina Interna I dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana – indicando in modo dettagliato e puntuale che si tratta di farmaci salvavita nella fase successiva a una SCA, perché sono in grado di esercitare un’importante funzione protettiva e di prevenzione degli eventi cardiovascolari, in specie della Morte Improvvisa». La precisazione inserita dall’AIFa nella Nota 94 relativamente alla concentrazione di EPA+DHA è il riconoscimento ufficiale dell’efficacia di Esapent nel paziente post-infartuato, a conferma dei risultati dello studio GISSI-Prevenzione. Infatti, nessun trattamento farmacologico, ad eccezione dei PUFA n-3, con contenuto di EPA+DHA Esteri Etilici 85% minimo pari a 850 mg/g si è dimostrato capace di ridurre l’incidenza di Morte Improvvisa nel post-infarto. Lo studio GISSI-Prevenzione, un trial tutto italiano i cui risultati sono stati pubblicati su The Lancet e che ha coinvolto 11.324 pazienti per un periodo di 5 anni, ha infatti dimostrato che i pazienti che ricevevano PUFA n-3 con contenuto minimo di EPA+DHA Esteri Etilici pari a 850 mg/g godevano di una efficace protezione cardiovascolare, mentre contenuti minori di acidi grassi essenziali si sono invece dimostrati inefficaci, rimanendo l’impianto di un defibrillatore l’unica strategia d’intervento, pur con una serie di limitazioni. Come sottolinea il professor Taddei «è meglio iniziare la somministrazione dei farmaci PUFA n-3 con la dose indicata di EPA+DHA al più presto, durante il ricovero ospedaliero: sulla base dello studio VALIANT, è stato dimostrato che il momento più rischioso per la Morte Improvvisa è il mese successivo alla crisi cardiaca, per cui è raccomandabile iniziare il trattamento immediatamente dopo». La durata del trattamento. Sarà garantita, in regime di rimborsabilità, per un periodo di 12 mesi ai pazienti che in seguito alla Sindrome Coronarica Acuta conservano una frazione di eiezione maggiore del 40% e per 18 mesi a quelli che presentano una frazione di eiezione minore del 40%. Il regime di rimborsabilità cui farmaci come Esapent hanno ora accesso offre una serie di benefici concreti non solo ai pazienti ma anche alla sanità pubblica: consentirà al medico di continuare a seguire il paziente post-infartuato attraverso l’uso di un farmaco specifico, di uso consolidato, per un periodo limitato e determinato e renderà possibile un controllo dell’appropriatezza prescrittiva da parte delle Regioni. Tutto ciò nella direzione di una razionalizzazione delle risorse economiche del Ssn nel rispetto delle evidenze cliniche, senza cioè negare un fabbisogno assistenziale in un momento cruciale per la sopravvivenza del paziente colpito da Infarto. (St. Ser.)