Un incontro-confronto piuttosto originale e inusuale, soprattutto nel mondo della scienza e della farmaceutica, “motivato da un’esigenza fondamentale – spiega Antonio Tosco, Direttore Health Outcomes & Market Access di Merck Serono – quella di cercar edi anticipare i tempi ed evitate, come sempre fatto in passato, di ‘inseguire’ i cambiamenti anziché accompagnarli”. Il riferimento è diretto alle nuove tecnologie informative e alle questioni che immediatamente sorgono spontanee: nell’era del Web 2.0, come deve adeguarsi il modo di comunicare dei professionisti dell’informazione su temi fondamentali come quello della salute? La comunicazione giornalistica in ambito medico-scientifico risponde ancora ai bisogni dei suoi fruitori? Con l’obiettivo di cercare risposte e suggerimenti e offrire spunti di riflessione sull’impatto che i nuovi media hanno sull’attività di quanti sono chiamati ad informare, in maniera corretta e referenziata, l’opinione pubblica sui temi della salute e del progresso scientifico oggi a Milano esperti del settore e giornalisti si sono incontrati in occasione del meeting “Biotecnologie ed Innovazione in Medicina sul Web 2.0. Fonti di informazione, fruitori, linguaggi. “L’incontro con i professionisti dell’informazione sul tema della corretta comunicazione giornalistica sulle biotecnologie e l’innovazione scientifica è oramai diventato un appuntamento fisso: è infatti il terzo anno che Merck Serono promuove questa iniziativa - ha aggiunto Tosco. - convinti che fare cultura ed alimentare la discussione su questi temi sia più che mai necessario, soprattutto in un momento storico in cui l’avvento di nuovi media digitali altamente interattivi e particolarmente pervasivi, impone a tutti coloro che fanno comunicazione nell’ambito della salute di riflettere sul proprio modus operandi. La necessità di una ridefinizione del modo di relazionarsi con il proprio target non riguarda quindi solo i professionisti dell’informazione, ma coinvolge tutti gli attori del settore healthcare”. “Merck Serono - ha concluso - si sta dimostrando particolarmente attiva in ambito digital, seppur con l’attenzione necessaria in un settore così regolamentato quale il farmaceutico: abbiamo in essere circa 20 i progetti, tra siti Internet, App per tablet e smartphone, account e pagine sui social network nell’ambito delle nostre iniziative istituzionali più importanti”. Lo scenario della comunicazione di Assobiotec nell’era del Web 2.0. “I media tradizionali come carta stampata, radio, tv - ha dichiarato il Direttore di Assobiotec Leonardo Vingiani - sono sempre più affiancati dal Web e dai media digitali. La paura degli OGM, il ‘rischio vaccini’, la sperimentazione animale, il caso Stamina, sono tutti esempi eclatanti di come la confusione mediatica e la disinformazione scientifica abbiano dato origine a pregiudizi infondati. E’ proprio per permettere che temi tecnico-scientifici siano fruiti e discussi con consapevolezza che Assobiotec si è sentita in dovere di modernizzare linguaggi e strumenti che non erano tipici dell’impresa, ma che sono indispensabili per una comunicazione impattante, rapida ed efficace. Oltre alla creazione della newsletter Biotech.com - ha commentato Vingiani - che fornisce settimanalmente notizie dal mondo delle biotecnologie, ci siamo resi attivi sul fronte dei social network con l’obiettivo di rafforzare il dialogo e comunicare con un pubblico sempre più vasto”. La salute online: nuove modalità di fruizione dell’informazione. “Oggi, negli ambiti che fino a poco tempo fa erano unico appannaggio del medico e dell’azienda farmaceutica - ha dichiarato Federico Capeci, autore del libro "#Generazione 2.0" (2014, ed. Franco Angeli), esperto di comunicazione digitale e ricerche di mercato, docente continuativo a La Business School del Sole 24 Ore e all'Università Cattolica di Milano - si assiste all’ingresso di nuovi interlocutori che hanno acquisito grande rilevanza in Rete. Questo attiene alla capacità di diagnosi, alla scelta del farmaco e così via, in molti degli ambiti in cui si gioca la relazione medico-paziente. Da una recente ricerca - ha spiegato Capeci - è emerso che il 93% degli utenti web ha cercato informazioni online su farmaci e malattie, rivolgendosi al web prima (44%) o dopo (40%) la visita dal medico, o durante il periodo di terapia (30%). Anche il medico, tra perplessità e apertura, si confronta con il web: il 74% dei medici, infatti, lo ritiene uno strumento necessario per la propria professione stimolando così un ripensamento della tradizionale relazione con il paziente. Anche nel mondo dei media - ha proseguito Capeci - emergono nuovi opinion leader e nuove dinamiche di influenza: basti pensare alla figura dei blogger che acquisisce rilevanza rispetto ai media tradizionali, o a consumatori e persone comuni che, attraverso il racconto della proprio esperienza, influiscono fortemente sulla reputazione delle aziende stesse.” Informazione tradizionale VS informazione 2.0. miti e false credenze. “Con l’avvento di Internet e dei social media - ha sottolineato Cristina Cenci, Senior Consultant Eikon Strategic e curatrice del Blog Digital Health, Nòva Il Sole24Ore - si sta assistendo ad una rapida disintermediazione del discorso sulla salute: autorità sanitarie, medici e media tradizionali non hanno più un ruolo dominante nella costruzione e diffusione dell’informazione. Non serve però, - ha sottolineato la Dott.ssa Cenci - pensare al web come al luogo della disinformazione, è più utile pensarlo come un crocevia narrativo in cui coesistono e si incrociano discorsi che hanno una capacità di influenza diversa. Non è sufficiente che nel web, nei siti medici, ci sia l’informazione corretta, bisogna facilitarne l’accesso, bisogna che essa abbia il linguaggio di ciò che il cittadino e il paziente possano ‘ascoltare’. Nei discorsi che ruotano intorno al tema della salute - ha proseguito Cristina Cenci - è sempre più importante il social fact checking, cioè l’ascolto di quei fatti che sono ritenuti socialmente veri in quanto creano empatia ed identificazione. Una prima misura del social fact checking delle informazioni ci viene offerta dalle ‘condivisioni’ nei social network. In questo caso, oltre al potenziale di influenza associato alla visibilità di un sito, emerge l’importanza del linguaggio e delle metafore nella comunicazione della malattia e della cura. In genere - ha concluso - gli articoli con record di condivisioni affrontano temi scientifici attraverso una metafora che avvicina e coinvolge; al contrario, un linguaggio tecnico e autoreferenziale risulta da subito poco chiaro e non facilita l’accesso all’informazione. L’analisi delle condivisioni nei social network degli articoli sulla sclerosi multipla tra maggio e settembre, mostra chiaramente il potenziale e le trappole della comunicazione sulle patologie gravi. Può succedere che la stessa testata online raggiunga con un articolo 18mila condivisioni e solo 100 con un altro. Il Web non rappresenta un’interferenza rispetto al processo di informazione, ma ci offre un barometro unico per cogliere i fatti sociali, cioè le informazioni e le modalità narrative in grado di suscitare identificazione e riconoscimento.” Rai.Tv – Il Digital della Tv pubblica: una case history di successo. “La scelta del digitale - ha commentato Fabrizio Ferragni, Vice Direttore Rai Tg1 - ha portato degli indubbi vantaggi per i nostri milioni di telespettatori: notevole qualità delle immagini, un prodotto più curato e una maggiore immediatezza nel trasmettere le notizie. Per chi produce informazione, è stata una sorta di rivoluzione copernicana nell’organizzazione del lavoro che è servita a togliere incrostazioni di decine di anni. Ora la prossima tappa è un sistema digitale unico - ha concluso Il Dott. Ferragni - che renda ancor più competitiva l’informazione RAI.” Comunicare il valore del biotech: l’esperienza di Farmindustria. “Il biotech è presente. Ma soprattutto è futuro. E ha un futuro ancora tutto da scoprire - ha affermato Agostino Carloni, Direttore Comunicazione e Studi Farmindustria -. Far conoscere e comunicare questi valori può aiutare a comprenderne l’importanza per il Paese e per i pazienti. Per questo Farmindustria – Gruppo Biotecnologie, nell’ultimo anno, ha avviato una serie di eventi per una maggiore informazione sulla realtà biotech. Un esempio di questo impegno è il progetto di Sergio Pistoi e Andrea Vico Geni a bordo: la scienza viaggia in Camper, format di divulgazione innovativo che si avvierà in ottobre in 15 scuole superiori italiane e prevede educazione, didattica e approfondimenti scientifici in modo interattivo e cross-mediale. Sempre per avvicinare i ragazzi alle biotecnologie, Farmindustria parteciperà in ottobre al Festival della Scienza di Genova con un evento che prevede, tra l’altro, testimonianze di giovani che hanno deciso di intraprendere la strada del biotech e che hanno già raggiunto traguardi e riconoscimenti significativi. Particolarmente interessante – ha concluso Carloni - è stato poi collaborare con Wired per sensibilizzare i giovani sull’importanza del biotech con un format innovativo ed efficace (video, infografica, social network)”. (LARA LUCIANO)