La notizia viene dal workshop della Società Italiana Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia (SIICA) in corso a Milano nell’ambito della 3rd Conference of Translational Medicine on the Pathogenesis and Therapy of Immune-Mediated Diseases, presso l’Humanitas Congress Centre: è allo studio una nuova molecola – reparixin – in grado di influire direttamente sulle cellule staminali "roccaforti" del tumore che risultano resistenti alle terapie oggi disponibili. Giungere ad attaccare direttamente le cellule staminali tumorali, infatti, rappresenta sicuramente un obiettivo chiave della moderna oncologia, visto il ruolo che queste, completamente “sganciate” dal controllo dell’organismo, giocano nel dare vita al tumore. Il loro ruolo appare di grande importanza in numerose forme neoplastiche ed è vitale anche in alcune forme di tumore della mammella. Se con la terapia ormonale si riesce infatti ad agire sulle cellule estrogeno-dipendenti e grazie alle terapie target si può controllare la malattia quando sono presenti recettori positivi per l’HER-2, rimane ancora estremamente complesso il trattamento dei tumori triplo negativi, le cui cellule non presentano recettori specifici e quindi non possono essere trattati con farmaci mirati. Per queste forme, che in Italia rappresentano il 15-20% dei circa 37.000 casi di tumore mammario, l’unico trattamento attualmente disponibile resta la chemioterapia. In questo senso, tuttavia, la ricerca italiana sta sviluppando una strada innovativa per offrire nuove risposte terapeutiche. Grazie al lavoro dei ricercatori Dompé, infatti, è attualmente in valutazione l’attività terapeutica di un farmaco sperimentale che agisce modificando il microambiente in cui si sviluppano e si riproducono le cellule staminali tumorali, e il suo impiego appare di grande interesse anche per altre forme tumorali. Nello specifico Reparixin – questo il nome della molecola – agisce sui mediatori dell’infiammazione che favoriscono lo sviluppo delle staminali tumorali, ed in particolare di alcune citochine come l’Interleuchina-8 (IL-8) ed è attualmente in fase di sperimentazione in una selezione di centri statunitensi all’avanguardia nel trattamento del carcinoma mammario metastatico, così come nel tumore mammario in stadio precoce, ovvero prima dell’intervento chirurgico. “Reparixin rappresenta una punta di diamante della nostra ricerca e il suo sviluppo è motivo di orgoglio per Dompé – spiega Eugenio Aringhieri, CEO del Gruppo Dompé. La molecola potrebbe rappresentare una soluzione terapeutica in grado di fare la differenza in una condizione patologica che ancora oggi è trattata con la sola chemioterapia. Proprio per il potenziale rappresentato dal suo meccanismo d’azione innovativo, che va ad agire su un fattore chiave per la stessa esistenza delle cellule tumorali, abbiamo impostato un programma di sviluppo fondato su partnership con 15 centri di eccellenza negli Stati Uniti. L’ambizione è che Reparixin possa in futuro dare risposte terapeutiche efficaci e sicure anche a pazienti affetti da altre forme di tumore”. (S. SER.)
