Carcinoma del colon retto, cure ad hoc personalizzate

Nuovi traguardi per il trattamento del carcinoma del colon retto metastatico RAS wild-type (mCRC) il cui farmaco cetuximab, introdotto in Italia nel 2005, ha ottenuto la rimborsabilità da parte dell’AIFA
di Maria Rita Montebellisabato 21 giugno 2014
Carcinoma del colon retto, cure ad hoc personalizzate
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I pazienti sono in prevalenza uomini – circa il 56% dei casi – di cui il 40% di età compresa tra i 60 e i 69 anni e sono persone che hanno bisogno di un caregiver, ovvero un familiare o qualcuno che si prenda cura di loro. La collaborazione tra il medico curante e il paziente è indispensabile per questo tipo di patologia, in quanto più il malato è attivo e partecipa alla realtà terapeutica, più c’è una migliore aderenza alla cura. “Un paziente informato e consapevole – ha sottolineato la dottoressa Laura Del Campo, direttore AIMaC – è un prezioso alleato nel percorso di cura di un tumore. L’introduzione dei test dei biomarcatori ha inevitabilmente introdotto nuove modalità di comunicazione tra il medico ed il paziente oncologico ed è fondamentale dedicare tempo alla spiegazione chiara e dettagliata di cosa essi significhino per la scelta del trattamento”. In questa patologia nella quale le cellule cancerose crescono nel colon o nel retto, generano neoplasie. La patologia in fase avanzata è conosciuta come carcinoma del colon retto metastatico (mCRC), in cui il male si è diffuso oltre il colon o il retto in altre parti del corpo, come il fegato o i polmoni, attraverso il flusso sanguigno ed i linfonodi del colon. Nei paesi sviluppati la percentuale di sopravvivenza a 5 anni per i pazienti affetti da mCRC è circa il 10-12,5%. Questa patologia viene identificata grazie ad uno screening di routine e sarà uno specialista come il gastroenterologo a effettuare una diagnosi tramite l’ausilio di test come la colonoscopia, la biopsia, le analisi del sangue, radiografia del torace e diagnosi ad immagini. Il test del biomarcatore RAS. Viene eseguito al momento della diagnosi o prima del trattamento di prima linea del mCRC ed è una semplice analisi dei geni della patologia e fornisce informazioni utili per la scelta del trattamento. Attualmente la personalizzazione della terapia sulla base della biologia del tumore e dell’individuo può potenzialmente migliorare i risultati della cura. “In questi ultimi cinque anni – ha affermato il dottor Carmine Pinto, presidente eletto AIOM e direttore dell’unità operativa di oncologia medica del policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna – abbiamo assistito ad un sostanziale cambio di approccio nell’affrontare questa grave neoplasia: oggi, infatti, il profilo genetico dei pazienti ci offre un messaggio preciso e ci indica a priori con quale terapia iniziare il trattamento del carcinoma del colon retto metastatico, evitando di sottoporre a terapie inutili quanti non risultino idonei”. Cetuximab. Sono trascorsi 5 anni dall’uscita del farmaco sul mercato e al congresso ASCO 2014 sono stati presentati nuovi dati rispetto l’efficacia dello stesso. Sono stati effettuati due studi importanti, lo studio Crystal e lo studio Opus. In particolare l’analisi retrospettiva del primo studio evidenzia un aumento della sopravvivenza globale mediana di circa 8 mesi nei pazienti affetti da mCRC con tumori RAS wild-type trattati con cetuximab in associaziona a folfori rispetto al solo folfori. Il secondo studio ha evidenziato un beneficio clinico nei pazienti trattati con cetuximab in associazione a folfox-4 rispetto al solo folfox-4, rafforzando i risultati mostrati nello studio Crystal. “Le novità presentata al Congresso di Chicago – ha dichiarato Carlo Garufi, oncologo medico dell’Istituto Regina Elena di Roma – rafforzano il ruolo predittivo dell’importanza di un test genetico come RAS nella scelta della terapia ottimale del mCRC. Quando i pazienti sono selezionati in base all’assenza di mutazioni per questo genere, ovvero nello stato wilde-type, l’aggiunta del cetuximab alla chemioterapia nel trattamento di prima linea di questa malattia determina indubbi vantaggi in termini di sopravvivenza”. Come abbiamo visto l’importanza della personalizzazione della terapia migliora la qualità della vita dei pazienti “Siamo orgogliosi di poter ribadire l’efficacia di cetuximab nel carcinoma del colon retto metastatico – ha dichiarato Alessandra Aloe, medical affairs director di Merck Serono Spa – Il successo di cetuximab costituisce un importante riconoscimento della correttezza dell’approccio di Merck Serono al trattamento dei tumori, orientato sempre di più all’utilizzo dei biomarcatori per offrire ai pazienti la terapia più adatta al loro profilo genetico”. (GIOIA TAGLIENTE)