La potenza delle singole storie raccontate dai pazienti sono un rimedio utile per raffinare e migliorare la qualità delle cure. E’ una metodologia d’intervento clinico-assistenziale con una specifica competenza narrativa, strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista tra il paziente, il medico curante, l’operatore socio-sanitario e i familiari. E’ un vero ponte tra malato e medicina “Alla luce delle esperienze presenti in letteratura e di quanto emerso in questi giorni dal confronto tra rappresentanti della comunità scientifica e della società civile - spiega il direttore del centro nazionale malattie rare, dottoressa Domenica Taruscio - riteniamo che la medicina narrativa possa essere utilizzata a beneficio dell’intero sistema sanitario. Può, infatti, promuovere la partecipazione attiva dei pazienti e migliorare il funzionamento dell'intero team di cura, attraverso la consapevolezza del ruolo professionale e del mondo emotivo di ciascun operatore. L'ascolto del paziente promuove la fiducia e rinforza l'alleanza terapeutica che permette di diminuire le cosiddette pratiche di medicina difensiva lasciando spazio alla relazione, che diventa uno strumento di comprensione della diagnosi e della cura". A questa conclusione sono giunti gli esperti in occasione della prima consensus conference sulle ‘linee di indirizzo per l’utilizzo della medicina narrativa in ambito clinico-assistenziale, per le malattie rare e cronico-degenerative’ promossa dall’Istituto Superiore di Sanità (iss) per raggiungere un accordo tra diverse professionalità rispetto a questioni sanitarie controverse e complesse, favorendo la scelta di orientamenti il più possibile uniformi nella pratica clinica per fornire ai pazienti la migliore qualità di cura. Le linee di indirizzo sono state presentate al convegno internazionale ‘narrative medicine and rare disease’ e sono delle raccomandazioni sul tema della medicina basata sui racconti nati nell’ambito del ‘laboratorio sperimentale di medicina narrativa’, un progetto coordinato dall’iss in collaborazione con Asl 10 di Firenze, European Society for Health and Medical Sociology e Pfizer Italia. La medicina narrativa. E’ una narrazione tratta dai colloqui tra coloro che curano e coloro che hanno bisogno delle cure, è questo il focus della medicina narrativa, aiutare a personalizzare l’assistenza come fosse una terapia sartoriale tagliata su misura per le singole persone. E’ fondamentale che il team medico riconosca alla medicina narrativa uno strumento efficace e utile per l’empowerment organizzativo ed è importante lasciare libero l’intervistato di usare la modalità a lui più adeguata - dalla scrittura riflessiva alle interviste semi strutturate - e far sì che vi sia un risvolto concreto nella quotidianità delle cure. “Si raccomanda di introdurre la competenza narrativa nei percorsi formativi universitari e di sanità pubblica - sottolinea il presidente della giuria della consensus conference, professor Sandro Spinsanti dell’Istituto Giano di Roma - anche attraverso strumenti non convenzionali nelle aule di Medicina quali i social network, la letteratura, il cinema. Al tempo stesso occorre promuovere attività di ricerca che tengano presente l’integrazione tra la medicina basata sulla narrazione e quella basata sulle prove scientifiche”. Durante il convegno è stato presentato un esempio in cui la medicina narrativa può essere utile nella pratica clinica con l’ausilio di una cartella clinica composta dalle informazioni del medico, dell’infermiere e dell’operatore sanitario con la storia e l’esperienza del paziente, il progetto di partenariato europeo si chiama ‘story telling on record’ (SToRe) coordinato dall’ISS e portato avanti con altri cinque Paesi europei. (GIOIA TAGLIENTE)