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Il racconto della malattiacura ciò che non guarisce

Non solo scienza. Un percorso multidisciplinare che coniuga arte figurativa e drammatica per una sensibilizzazione a tutto campo sulle donne con cancro alla mammella metastatico
di Maria Rita Montebelli domenica 15 ottobre 2017

3' di lettura

Presentata a Torino, nella splendida cornice di Palazzo Carignano, l’installazione temporanea ‘La Folla Immobile’ che ha preso posto nella suggestiva piazza S. Carlo come parte integrante della campagna ‘Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con tumore al seno metastatico’. L’iniziativa, promossa da Pfizer in collaborazione con l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Fondazione AIOM) e Europa Donna Italia, è giunta ormai alla seconda fase. Il programma di sensibilizzazione sullo stadio più avanzato della patologia, che rappresenta la prima causa di morte per tumore a livello globale, è iniziato infatticon la raccolta dei racconti delle donne che vivono la metastatizzazione del tumore sul sito www.voltatiguardaascolta.it. Successivamente una giuria composta dai rappresentanti dei promotori e da giornalisti ha selezionato tre di questi racconti per dare loro vita e diffonderli sia a mezzo stampa che tramite l’interpretazione orale di attori professionisti: si tratta di ‘Per sempre’ di Paola, ‘Convivere con un leone’ di Camilla e ‘La ginestra’ di Patrizia. Nella seconda fase della campagna l’installazione itinerante, partita il 5 ottobre a Napoli in piazza Dante, e visitabile fino al 15 ottobre in piazza San Carlo nella città sabauda vuole richiamare l’attenzione del pubblico sul cancro alla mammella metastatico anche solo inducendo i passanti a voltarsi e guardare. La soluzione è d’impatto: 30 sagome umane di età variabile a grandezza naturale e collocate di spalle denunciano l’atteggiamento della società di fronte al IV stadio della malattia e sono corredate da contenitori che accolgono le stampe dei tre racconti prescelti, messe a disposizione per tutti in volumetto. La terza fase della campagna ha visto la registrazione delle storie in forma di audioracconto affidato alla voce narrante di Michela Andreozzi, Emanuela Grimalda e Daniela Morozzi, volto noto in tv grazie a serie come ‘Distretto di polizia’ o ‘Il commissario Manara’. Grazie al patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Torino, il Polo Museale regionale ha immediatamente aderito alla campagna e ha dato visibilità all’evento sui propri canali, oltre a fornire per la conferenza stampa di presentazione una cornice degna come il salone d’onore di Palazzo Carignano, per sottolineare la nuova attenzione che si sta dedicando alle donne con cancro al seno metastatico. “Queste donne sono in Italia circa 30 mila. Nella Regione Piemonte c’è un sistema di screening che funziona, dimostrazione che le donne possono efficacemente promuovere la prevenzione” ha detto il dottor Mario Airoldi, direttore di Oncologia Medica presso l’Ospedale Universitario Molinette San Giovanni Battista di Torino,  aggiungendo che “è ormai imperativo per la classe medica occuparsi non solo di sopravvivenza ma anche di qualità di vita delle pazienti”. A questo proposito auspica la diffusione negli ospedali delle Brest Unit, centri di senologia specializzati che gestiscono in modo multidisciplinare la malattia e permettono alla donna di incontrare ed essere seguite da figure quali lo psicologo e il riabilitatore. L’obiettivo è restituire un ruolo attivo epotere decisionale alle donne nella gestione del loro percorso terapeutico, oltre a migliorare sempre più il tasso di guarigione. Loredana Pau, consigliera di Europa Donna Italia, associazione formata interamente da pazienti ha affermato che “il profilo caratteristico della donna con tumore al seno è di una cinquantenne sposata con figli ancora giovani e con un lavoro”. Per questo la diagnosi di cancro alla mammella metastatico è destinata ad impattare tutte le componenti della sua vita e spesso giunge proprio nel momento in cui la donna sta vivendo un’esistenza piena e realizzata. Europa Donna Italia, membro della federazione Europea Europa Donna, è nata nel 1994 da un’idea del professor Umberto Veronesi. Si occupa di rappresentare nei loro diritti le donne affette da cancro alla mammella, a partire dalla prevenzione, passando per le cure e la gestione degli aspetti più tipicamente femminili della malattia anche metastatica perché questa condizione venga sempre più conosciuta e le donne che la vivono tutelate come individui, mogli, madri (MARTINA BOSSI)

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