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Diabete: le ossa meno fragili dopo il trapianto del pancreas

Il ripristino della fisiologica produzione di insulina ha un effetto benefico sulla salute delle ossa delle persone con diabete di tipo 1, che sono più soggette a fratture rispetto al resto della popolazione
di Maria Rita Montebelli domenica 22 settembre 2019

3' di lettura

Forse non tutti sanno che esiste una correlazione - probabilmente dovuta alla carenza di insulina – tra diabete di tipo 1 e fragilità ossea. Ne consegue che una persona con diabete andrà maggiormente incontro a rischio di frattura rispetto al resto della popolazione. Se per questa popolazione il trapianto di pancreas consente di ripristinare la fisiologica produzione di insulina, questa operazione potrebbe avere un effetto benefico anche sulla salute delle ossa? Gli effetti del trapianto di pancreas sul rischio di frattura non sono noti, quindi uno studio ha deciso di indagare. “Obiettivo del nostro studio – spiega la dottoressa Caterina Conte, giovane della Società Italiana di Diabetologia (SID) dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano – è stato quello di valutare se il ripristino della secrezione insulinica, mediante trapianto di pancreas, riduca il rischio di frattura nelle persone con diabete di tipo 1 e normale funzione renale”. A questo proposito, gli autori dello studio hanno analizzato i dati relativi alle persone con diabete di tipo 1 sottoposte a trapianto di pancreas presso l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano dal 2004 al 2017, registrando le fratture riportate nella documentazione clinica e dai pazienti stessi, e visionando le radiografie del torace per individuare eventuali fratture vertebrali. Trentotto pazienti avevano dati disponibili per le analisi e hanno acconsentito a partecipare allo studio. 17 di loro avevano riportato almeno una frattura - qualsiasi frattura tranne cranio, mani, piedi o vertebre - e di questi solo 4 si erano fratturati dopo il trapianto di pancreas. Le fratture vertebrali sono state diagnosticate in 13 pazienti al momento del trapianto, e a solo 3 di loro è stata diagnosticata una ulteriore nuova frattura dopo il trapianto. “È possibile dunque – commenta la dottoressa Conte – che il ripristino della fisiologica produzione di insulina mediante trapianto di pancreas riduca la fragilità ossea e il rischio di fratture nelle persone con diabete di tipo 1. Prima della nostra ricerca, solo un altro studio aveva valutato l’effetto del ripristino della secrezione insulinica sul rischio di frattura, confrontando il trapianto di rene-pancreas con quello di solo rene in persone con diabete di tipo 1; lo studio aveva evidenziato un minor rischio di frattura nelle persone con trapianto di rene-pancreas, rispetto al trapianto di solo rene. Tuttavia, le persone sottoposte a trapianto di rene o rene-pancreas oltre al diabete sono affette da insufficienza renale, che di per sé è causa di fragilità ossea. Con il nostro studio abbiamo valutato in maniera più precisa e per la prima volta l’effetto della guarigione dal diabete mediante trapianto di pancreas sul rischio di frattura”. “Questo lavoro – commenta il professor Antonio Secchi dell’Università Vita-Salute San Raffaele – conferma l’elevato rischio di frattura nelle persone con diabete di tipo 1. Il trapianto di pancreas potrebbe avere un effetto positivo sulla salute dell’osso, in particolare sul rischio di fratture vertebrali. Infatti, nonostante l’elevato numero di pazienti con fratture vertebrali al momento del trapianto (un fattore di rischio per lo sviluppo di altre fratture di questo tipo), sono pochi quelli ai quali ne è stata diagnosticata un’altra, dopo il trapianto”.

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