Un viaggio che cambia la vita al centro della terza edizione della campagna Che fine ha fatto la cicogna, iniziativa promossa da Merck e rivolta ad aumentare sensibilità e consapevolezza sul tema della fertilità e dei problemi che a volte accompagnano la scelta di fare un bambino. Si è scelto di porre l’attenzione su un argomento delicato – persino doloroso a volte - con la leggerezza di una favola: la metafora della cicogna in volo per consegnare il bimbo ai genitori in attesa intende rappresentare la realtà di un percorso non facile, caratterizzato spesso dallo scorrere del tempo, dalla stanchezza e da tutte le difficoltà che le coppie possono incontrare nel loro viaggio verso la genitorialità. La campagna di sensibilizzazione viaggia sul web attraverso il sito www.chefinehafattolacicogna.it, in cui si possono trovare informazioni utili su come preservare la fertilità in vista di un’eventuale scelta di diventare genitori. In evidenza i fattori che più incidono sulla fertilità: l’età, la salute riproduttiva, lo stile di vita e il tempo. A confermare l’importanza del fattore età, nella recente relazione al Parlamento in tema di procreazione assistita, si evidenzia come nella fecondazione eterologa l’età della donna è maggiore se la donazione è di ovociti (41,4 anni) e minore se la donazione è di seme (35,2). Si sottolinea inoltre come la maggior parte dei cicli iniziati siano stati con donazione di ovociti - 46,4 per cento, contro il 25,8 per cento con donazione di seme ed il 27,8 per cento con embrioni - dati questi che sembrano indicare come questa tecnica sia scelta soprattutto per rispondere a un’infertilità dovuta all’età della donna piuttosto che a patologie specifiche. Nel sito di 'Che fine ha fatto la cicogna' le coppie possono accedere all’elenco dei centri specializzati accreditati in Italia per i trattamenti di procreazione medicalmente assistita e acquisire informazioni utili sul percorso da intraprendere quando si desidera un figlio che tarda ad arrivare, come l’importanza di non attendere oltre i 12 mesi di rapporti regolari e non protetti per rivolgersi a uno specialista della riproduzione per una diagnosi tempestiva. “La coppia - dichiara Antonio Messina, a capo del business biofarmaceutico di Merck in Italia - è al centro del nostro impegno nel campo della fertilità. Con la terza edizione di 'Che fine ha fatto la cicogna', Merck ribadisce la volontà di essere al fianco dei pazienti, contribuendo a diffondere una corretta informazione su questi temi”. (MATILDE SCUDERI) La campagna Che fine ha fatto la cicogna – Il viaggio ha ottenuto i seguenti patrocini: Associazione ginecologi universitari italiani (Agui), Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), Centri studio conservazione ovociti e sperma umani (Cecos) Italia, Società italiana di andrologia (Sia), Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams), Società italiana della riproduzione (Sidr), Società italiana di endocrinologia (Sie), Società italiana di embriologia, riproduzione e ricerca (Sierr), Società italiana di fertilità e sterilità e medicina della riproduzione (Sifes), Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) e Fondazione Cesare Serono