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Rock Star, non solo sesso e droga: da David Bowie e Freddie Mercury, ecco cosa mangiano

Silvia Stucchi
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Di che cosa si nutre un rocker? Se proviamo ad immaginare la sua giornata – tipo, ce lo figuriamo intento a bere e consumarsi in eccessi di ogni tipo, non certo compostamente seduto a tavola a gustare specialità gastronomiche, né, tanto meno, intento a cucinare piatti sani ed elaborati. Diciamolo: per noi la triade sesso-droga-rock and roll è ancora uno stereotipo duro a morire. E invece, con “Spaghetti. Le rockstar a tavola: dagli AC/DC a Zucchero” (Oligo, 106 pp. , 13 euro), Luca Fassina, giornalista musicale di lungo corso, racconta le abitudini alimentari delle stelle del rock, corredando i capitoli con le ricette da loro predilette. E le sorprese non mancano.

Spaghetti (rigorosamente pronunciato all’americana, con la “è” aperta e una sola “t”), spiega Fassina, è anche una allusione a “The Spaghetti Incident”, disco dei Guns N’ Roses del 1993, il cui titolo si riferisce a un episodio accaduto nel 1989: l’ex batterista Steven Adler avrebbe nascosto i suoi stupefacenti in frigorifero, accanto alle scorte di cibo da asporto della band, tra le quali i prodotti della cucina italiana.
Ma questo libro avrebbe potuto anche intitolarsi Linguini (storpiatura made in Usa di “linguine”), come il film “Linguini Incident” (1991), interpretato nientemeno che da David Bowie - e comunque unanimemente stroncato.

E dunque, che cosa mangiano le leggende del rock? Le star della musica viaggiano, toccano nei loro tour i più diversi Paesi del mondo, e viaggiando assaggiano e sperimentano le combinazioni alimentari più diverse: spesso, poi, trovandosi di fronte un giornalista italiano, scatta in loro la voglia di parlare di cibo, dato che l’Italia è per antonomasia la patria del mangiar bene. Fassina, già autore di un volume parallelo a “Spaghetti”, dedicato al cibo nelle opere di Stephen King, anch’esso con tanto di ricette (“Cucina, Ingredienti per un disastro”, edito sempre da Oligo nel 2022), deve essersi divertito un mondo a pescare fra i suoi ricordi e fra le centinaia di interviste realizzate. C’è chi ammette, candidamente, si non saper cucinare, come il chitarrista Vivian Campbell, che confessa di essere un cuoco terribile, ma di essere bravissimo «a prenotare cene al telefono». Joey Tempest degli Europe non ha tempo per cucinare e adora il cibo giapponese. La tedesca Doro Pesch rivendica il suo ruolo di cantante, ammettendo senza problemi di non sapersi nemmeno di preparare il caffè: per fortuna, a cucinare pensano gli altri membri della band, in particolare Johnny Dee, di origine italiana (all’anagrafe: Di Teodoro). 

C’è chi adora i sapori semplici e robusti che gli ricordano la sua infanzia di bambino di origine italiana, come Francis Rossi degli Status Quo, che rievoca con nostalgia i piatti cucinati dalla nonna, a lungo introvabili nei ristoranti, come il minestrone e gli gnocchi. Questi ultimi, del resto, sono anche la passione di Ligabue, che ricorda come glieli preparava sua nonna. Trasgressivi, eh? Qualche anno fa, Peter Freestone, assistente personale di Freddie Mercury, scrisse un libro sulle ricette più amate dal cantante dei Queen, che adorava i sapori speziati e il cibo indiano: tra i suoi piatti preferiti c’è il Pollo Dhansak, cucinato con lenticchie, cipolle, spinaci, cumino, curcuma e coriandolo (per la ricetta, cfr. p. 59-60). Per l’americano Steff Burns, dal 1995 chitarrista di Vasco Rossi, vivere in Italia ha significato anche imparare a cucinare ragù e soffritti; David Bowie, cresciuto nei sobborghi inglesi a suon di fish and chips e birra nei pub, negli anni Settanta, complice la vita di stravizi e il consumo di cocaina, si nutriva di latte freddo e peperoni consumati alle quattro del mattino e alle cinque del pomeriggio; con gli anni, però, migliorò il suo stile di vita e divenne un amante della pasta e del croque-monsieur, di cui Fassina riporta la ricetta adattata dal Duca Bianco.

Certo, le star hanno le loro fissazioni: per esempio, Eddie Van Halen non doveva assolutamente vedersi comparire in camerino le M&M’s di colore marrone. In realtà, non era una fisima, ma un astuto sistema di controllo: il contratto della band era complesso, con specifiche tecniche minuziosissime.

Se un promoter lo avesse letto con cura, la riprova sarebbe stato lo scrupolo di dividere le M&M’s per colore: ciò lo avrebbe rivelato come persona precisa, che avrebbe osservato anche le altre clausole.

Certo, non mancano alcune ritualità con il cibo protagonista: lo Shepherd’s Pie (una torta di carne macinata con piselli, carote e patate schiacciate, in pratica una specie di puré), è uno dei piatti preferiti dai Rolling Stones, in particolare da Keith Richards, cui spetta sempre la prima fetta. Ebbene, Mick Jagger raccontò che la volta in cui alcuni membri dello staff mangiarono lo Shepherd’s Pie senza aspettare Richards, non solo questi se la prese da morire, ma ritardò l’inizio dello spettacolo, rifiutando si esibirsi sino a quando non fosse stato preparato un altro tortino di carne e patate Stewart Copeland, batterista dei Police, oggi autore di opere liriche, ha detto: «Scrivere musica di generi differenti è come mangiare cibi differenti: ti soddisfano in maniera differente. Ma è sempre cibo e la soddisfazione arriva dalla sua interazione con la fame. (... ) Non mi appassiona cucinare, ma ti regalerò una mia ricetta»: seguono le istruzioni per un semplice manicaretto, decisamente poco dietetico, ma goloso e semplice da preparare, Egyptian One Eye. La ricetta? Su “Spaghetti”.

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