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Pesto alla genovese, scatta il maxi ritiro: il marchio nel mirino

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Roberto Tortora
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Ritirato un lotto di pesto Biffi sugli scaffali Esselunga e Coop. È la decisione adottata dai due colossi dell’alimentare in seguito alla notizia pubblicata dal Ministero della Salute secondo cui il “pesto 100% vegetale” prodotto da Biffi contiene al suo interno latte non dichiarato in etichetta, con conseguente presenza di allergeni. Certo, chi non è allergico può consumarlo, ma per legge sull’etichetta dovrebbe esserci un’avvertenza obbligatoria: “Il prodotto non deve essere consumato da soggetti allergici ai derivati al latte”.

Il lotto di produzione incriminato e coinvolto nel richiamo, realizzato da “Formec Biffi Spa”, è quello con il codice L30PL3F, con data di scadenza o termine minimo di conservazione al 24 Gennaio 2024. Pesto venduto in vaschette da 150 grammi. Niente paura, chi avesse già acquistato il prodotto può restituirlo al punto vendita e sostituirlo con un altro prodotto o chiedere il rimborso. Come già detto, nessun pericolo per chi non è allergico al latte o non ha intolleranze al lattosio e può consumare il prodotto segnalato senza rischi.

Cosa rischia chi consuma prodotti derivati dal latte, avendo difficoltà a digerire il lattosio? Questo permane nell’intestino dove viene fermentato dalla flora batterica, con conseguente produzione di gas e richiamo di liquidi nel colon. I classici sintomi tipici di questa intolleranza al lattosio tendono a manifestarsi da mezz’ora a due ore dopo un pasto contenente questo zucchero del latte. E possono essere: gonfiore e/o dolori addominali; flatulenza; diarrea. A questi possono aggiungersi anche stitichezza, meteorismo e raramente mal di testa, spossatezza e eruzioni cutanee. Quindi, piuttosto che rischiare, meglio farsi un bel piatto di pastasciutta.

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