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Pasta La Molisana, la rivoluzione: il codice Qr che racconta tutto

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Attilio Barbieri
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Sui banconi dei supermercati arrivano finalmente le etichette intelligenti e i prodotti che si raccontano. A rompere il silenzio fra produttori e consumatori è stata La Molisana, uno dei pastifici storici del Belpaese, fondata nel 1911 e salvata dalla famiglia Ferro nel 2011 dopo il terzo fallimento. La società di Campobasso è arrivata in questi giorni nella grande distribuzione con le nuove confezioni della pasta accompagnate da un nuovo claim, «Parola alla pasta» associato a un codice Qr: basta inquadrarlo con la fotocamera del cellulare per entrare nel mondo La Molisana. Centinaia di ricette alla portata di tutti e il racconto della filiera 100% italiana che porta dai campi ai pacchi di pasta, passando per un processo di produzione tutto interno all’azienda. Inclusa lo molitura nel mulino di proprietà. «Dopo un annodi studio abbiamo centrato l’obiettivo di arricchire l’esperienza di acquisto e consumo della pasta andando incontro non solo alle esigenze dei consumatori ma anche a quelle dei referenti della grande distribuzione», spiega Giuseppe Ferro, amministratore delegato della società.



 

ACCESSO ALLA FILIERA
Oltre alle videoricette di un minuto realizzate da Chef in camicia, il Qr code offre l’accesso alle informazioni sulla filiera, aggiornate in tempo reale, con la crescita delle piantine di grano duro nei campi certificati e inclusi nella filiera. E poi studi, approfondimenti nutrizionali, perfino infografiche sul settore. La scelta di Ferro è innovativa e apre un canale di comunicazione - che può essere bidirezionale nel senso che l’azienda può raccogliere pareri e indicazioni provenienti dai consumatori- fra il produttore e il mercato di consumo.

 


Mai codici Qr non sono un’invenzione recente. Esistono dal 1992, quando il loro inventore, l’ingegnere giapponese Masahiro Hara, li sviluppò per identificare in maniera univoca le migliaia di componenti che la sua azienda, la Denso Wave faceva arrivare in tempo reale sulle linee di montaggio della Toyota. Rispetto al codice a barre tradizionale il Qr code conteneva informazioni dieci volte più dettagliate. Per decenni il codice inventato dal progettista nipponico è stato confinato alle applicazioni industriali, poi, sul finire del decennio Novanta si pensò di apporlo sui prodotti di consumo, come porta d’accesso ai siti aziendali. Ma l’innovazione si è diffusa soprattutto negli Stati Uniti.

 

BOLLETTE DI LUCE E GAS
Più di recente il Qr code ha trovato nel pagamento online delle bollette di luce e gas l’ambito di utilizzo divenuto la killer application, vale a dire l’applicazione che, con la sua affermazione pervasiva ha determinato anche in Italia il successo della tecnologia su cui si basa. Nonostante i milioni di scansioni che avvengono mensilmente anche nel no stro Paese, tuttora il Qr code è ancora poco diffuso sui merca ti di consumo. Secondo GS1 Italy, l’associazione dei codici a barre, su una rilevazione campionaria Nielsen, svolta a gennaio su un campione di tre grandi ipermercati appartenenti a diverse insegne il codice Qr appare su circa il 9% dei prodotti di largo consumo confezionato, escludendo i freschi e i non alimentari. Tra le categorie in cui si segnala la maggiore presenza dei codici Qr troviamo la pasta, il caffè, gli snack dolci, le merendine, il vino e l'olio. Fra l’altro proprio Gs1 Italy ha messo a punto un nuovo codice destinato a sostituire quello a barre, il Gs1 Digital Link, in pratica un codice Qr che contiene però informazioni strutturate e certificate sul prodotto, accessibili anche ai consumatori.

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