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Uova, "quali non vendiamo più": rivoluzione nei super italiani, cosa sparisce dagli scaffali

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Dal 2024 niente più uova allevate in gabbia. Lo impone nei suoi supermercati il gruppo Gros, catena con 150 punti vendita. Tra i nuovi obiettivi anche quello di ammodernare gli standard di allevamento. Il gruppo inizierà così un percorso di lavoro sui sistemi combinati, affinché anche questi siano eliminati dal proprio approvvigionamento. Una scelta - spiega Ilfattoalimentare.it - che avrà un impatto su circa 500 mila animali. 

 

 

A esultare l'associazione Animal Equality. "Dopo mesi di intense azioni online e di proteste, finalmente Gros ha fatto un passo avanti importante per gli animali, prendendo le distanze da una delle pratiche più crudeli dell’industria alimentare – ha commentato Ombretta Alessandrini, coordinatrice del team campagne Animal Equality Italia –. Ci auguriamo che ora anche altre insegne della Gdo italiana che non hanno ancora pubblicato una policy cage-free possano presto seguire l’esempio di gruppo Gros e di tanti altri player che hanno già dichiarato di prendere le distanze da questo metodo di allevamento crudele ed arcaico". Proprio l'azienda romana era stata invitata dall'associazione a non vendere più uova allevate in gabbia. 

 

 

Prima del passo in avanti del supermercato, sono stati PAM Panorama, Coop e Bennet a prendere posizione contro gli allevamenti in gabbia, mentre diretti concorrenti come MD hanno pubblicato una dichiarazione sul proprio sito a favore di una modalità di allevamento paragonabile comunque a quella delle gabbie. 

 

 

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