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Cibo, così il cervello determina i nostri gusti: ecco perché da bambini odiamo la verdura

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Tante, troppe, le domande legate al cibo. Dal perché certi alimenti non ci piacciono, fino al motivo per cui generalmente troviamo posto per il dolce A rispondere a questo e tanto altro il libro appena pubblicato da il Saggiatore, Guida per cervelli affamati. Perché da bambini odiamo le verdure e altri misteri neurogastronomici che ci rendono umani, di Carol Coricelli, ricercatrice in neuroscienze cognitive e Sofia Erica Rossi, esperta in divulgazione scientifica.

 

 

Le due esperte hanno dimostrato come le nostre reazioni di fronte agli alimenti sono in parte istintive e in parte condizionate. "Gusto e olfatto – è l'osservazione della Rossi riportata dal Fatto Alimentare – hanno, insieme alla vista, un ruolo centrale chiaramente riconosciuto. Oggi però la ricerca sta scoprendo l’importanza del tatto e dell’udito. Ci sono studi che mostrano come alimenti ridotti in purea diventino praticamente irriconoscibili, mentre le industrie alimentari sanno bene quanto la croccantezza contribuisca a far apprezzare snack e patatine". 

 

 

Incide sui gusti anche l'età anagrafica. Coricelli e Rossi hanno evidenziato come "la neofobia, ossia la resistenza al nuovo, che caratterizza i bambini ha probabilmente un valore protettivo e per questo spesso i più piccoli rifiutano i cibi dal gusto amaro o, perlomeno, imparano ad apprezzarli solo se li vedono consumare dai familiari". Infine c'è la cosiddetta "sazietà sensoriale specifica", per cui la presenza di un nuovo tipo di cibo, in particolare se è dolce, riavvia il nostro senso dell’appetito. 

 

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