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Latte, rischio cardiovascolare e diabete: ecco lo studio che ribalta concezioni e abitudini
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Siete consumatori abituali di latte? Bene, per il vostro colesterolo non c'è nulla di male o di pericoloso, contrariamente a pregiudizi e a quel che normalmente si pensa. Insomma, l'alimento non dovrebbe essere escluso dalla dieta per prevenire le malattie cardiovascolari, soprattutto nei soggetti a rischio. Questo è quanto emerge da un imponente studio pubblicato sull’International Journal of Obesity dai ricercatori delle università di Reading, nel Regno Unito, Australia del Sud e Auckland, in Nuova Zelanda. Uno studio che viene ripreso e spiegato da ilfattoalimentare.it.
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Il team di ricerca ha utilizzato i dati di tre grandi indagini condotte negli anni scorsi, "sfruttando" così un campione di due milioni di persone delle quali erano stati raccolti molteplici dati nutrizionali e clinici. Per superare i limiti di molte delle ricerche condotte sul tema negli anni passati, gli autori questa volta hanno utilizzato come riferimento un indice genetico, e cioè il gene dell’enzima lattasi, che serve a digerire il lattosio, lo zucchero principale del latte vaccino. O, per la precisione, una sua variante che ha la caratteristica di mantenere l'enzima attivo anche in età adulta: solo chi possiede questa variante, con tutta probabilità, beve latte regolarmente, anche in grandi quantità. Chi non la ha, al contrario, a causa dei disturbi gastrointestinali di cui soffre se lo consuma, è portato a evitare il latte, oppure sostituire quello vaccino con prodotti diversi, privi di lattosio o vegetali.
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Su queste basi, l'analisi lascia ben poco spazio ai dubbi: chi beve abitualmente latte, anche se ha in media un indice di massa corporeo e un quantitativo di massa grassa leggermente superiori rispetto a quelli di chi non ne consuma, presenta una diminuzione del colesterolo totale, e delle due forme (quello cosiddetto buono e quello cosiddetto cattivo, HDL e LDL). E ancora, chi consuma abitualmente latte ha un rischio cardiovascolare inferiore del 14% e di diabete 2 inferiore dell'11% rispetto a chi non beve mai o quasi latte vaccino. Insomma, una bella rivincita per il latte, scagionato da ogni tipo di "colpa" circa l'aumento del colesterolo.
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