Acqua del rubinetto, cos'è successo dopo la pandemia: ecco l'indagine (che riguarda un italiano su due)
Il rapporto degli italiani con l'acqua è cambiato dopo la pandemia da Covid. Lo ha dimostrato l'indagine di Acqua Italia, l’associazione dei costruttori di impianti di trattamento. I risultati, pubblicati oggi 26 maggio, hanno evidenziato che la pandemia non ha fermato la rivoluzione osservata negli ultimi anni. Continuano ad aumentare, infatti, i consumatori che dicono addio alle bottiglie di plastica e scelgono di riempire una borraccia direttamente dal rubinetto.
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Lo studio - realizzato a febbraio 2021 - ha coinvolto ben 2mila famiglie e ha rivelato che quasi l’83% degli italiani nell’arco dei 12 mesi precedenti ha bevuto acqua di rubinetto. Un dato in crescita rispetto agli anni scorsi. La percentuale, infatti, era del 78% nel 2020 e del 67% nel 2014. Al momento, quindi, quasi un italiano su due beve abitualmente acqua potabile. Nel contempo crescono i consumatori occasionali e cala la percentuale di chi non ricorre affatto al rubinetto.
L'indagine, inoltre, ha messo in evidenza delle disparità geografiche non trascurabili. Si è scoperto infatti che si beve più acqua del rubinetto al Nord, soprattutto al Nord-Est e in Emilia; mentre al Sud e in Sicilia quasi un terzo dei cittadini non si affida quasi mai al rubinetto, per via di una minore fiducia nella rete idrica. Lo studio, poi, ha messo in luce un’altra abitudine degli italiani: la propensione a bere l’acqua del rubinetto anche fuori casa, ad esempio al bar o al ristorante. Il 22% degli intervistati ha dichiarato di berla già, mentre un altro 61% lo farebbe se venisse offerta. Quasi una persona su due, poi, ha affermato di portare solitamente con sé dell’acqua quando esce di casa.
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