Pesce pieno zeppo di mercurio, un gravissimo rischio per la tua salute: ecco quale non devi mangiare
Si sa che il pesce è un alimento sano e fondamentale per la nostra salute ma non tutti i pesci sono uguali, alcuni sono da prediligere perché contengono meno mercurio. Gli esperti di Altroconsumo hanno pubblicato sul supplemento In Salute un’inchiesta sul rischio di accumulo di mercurio derivante dal consumo di alcune tipologie di pesce. Riporta ilfattoalimentare.it che si tratta in particolare dei grandi predatori come lo spada e la verdesca (un tipo di squalo), che presentano nel loro organismo quantità significative di metilmercurio, particolarmente tossico per gli esseri umani. Anche dosi piuttosto basse possono avere ripercussioni sul sistema nervoso e sul cervello in via di sviluppo, come quello dei feti, neonati e bambini.
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L’Efsa da tempo ha fissato a 1,3 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo il quantitativo limite di metilmercurio per non correre rischi per la salute. Secondo gli ultimi studi sull’argomento, la popolazione europea adulta difficilmente supera questo tetto, mentre la presenza del metilmercurio è superiore nell’organismo dei bambini che vivono nei Paesi dove il consumo di pesce è più elevato, come Spagna, Grecia, Portogallo e Italia.
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Altroconsumo ha analizzato un centinaio di pesci freschi, surgelati e conservati appartenenti alle venti specie più consumate in Italia per capire se tra coloro che mangiano le quantità di pesce raccomandate dalle linee guida, esiste il rischio concreto di superare il limite di metilmercurio. Il risultato è che c'è una concreta possibilità per i consumatori abituali di pesce spada e verdesca che con una sola porzione (60 grammi per i bambini e 150 per gli adulti) superano ampiamente la dose settimanale tollerabile di mercurio.
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Insomma, meglio scegliere i pesci di taglia più piccola o non carnivori e variare sempre tra i prodotti disponibili. Infatti molte altre specie, diffuse sul mercato e poco care, risultano poco contaminate come: trota salmonata, sardine, sgombro, merluzzo, platessa e salmone. Vanno invece limitate a una volta a settimana per gli adulti piatti a base di spada, tonno rosso, verdesca, smeriglio, palombo, luccio. Le donne incinte o in allattamento e i bambini dovrebbero invece evitare del tutto il consumo di questi pesci.