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Aviaria, "salto di specie avvenuto": focolai e allarme-uova, dove il virus ha già colpito in italia
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Da mesi sono stati segnalati focolai in tutta Europa e, in parallelo, anche in Asia. E la soppressione di milioni di volatili sembra non aver prevenuto il contagio: come riporta ilfattoalimentare.it, infatti, si sono verificati i primi contagi umani di influenza aviaria del ceppo H5N8. In Russia ci sono sette casi confermati in persone che hanno maneggiato polli in un impianto di lavorazione (nessun contagio è avvenuto durante la preparazione di cibo). Tutti i pazienti contagiati sarebbero in buone condizioni e asintomatici, insomma la situazione è sotto controllo. Ma per ovvie ragioni va monitorata con assoluta ed estrema attenzione. Per il momento, si esclude la possibilità che il nuovo ceppo di aviaria si trasmetta da persona a persona. Ma considerate le capacità dei virus, ormai drammaticamente note, di mutare, l'attenzione resta altissima.
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Le polemiche, nel frattempo, colpiscono la Russia, che ha reagito in modo poco solerte all'emergenza. Dopo aver controllato i pazienti e aver comunicato all’Oms l’avvenuto salto di specie, l’istituto virologico Vector di Koltsovo, in Siberia, sta lavorando su alcuni test specifici per gli esseri umani e sta contemporaneamente lavorando a un vaccino, in modo da fronteggiare la situazione in caso di improvviso peggioramento.
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La crisi di influenza aviaria, aggiunge ilfattoalimentare.it, sta però già avendo delle ripercussioni in Europa per quel che concerne il mercato delle uova. "In particolare, i problemi nascono dal fatto che l’aviaria ha colpito in modo grave in Polonia, il primo Paese a livello continentale per produzione di pollame. Nonostante la soppressione di 5 milioni di volatili, non è stato possibile eliminare del tutto i focolai, e ne sono risultate conseguenze negative nel mercato delle uova, con aumenti di prezzo all’ingrosso anche del 20% nel Paese, e di entità solo di poco inferiore in Germania, in Francia e in altri Paesi (ma non in Spagna, diretto competitor della Polonia per numero di esemplari allevati)", si legge sul sito specializzato.
E in Italia? stando al bollettino dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, sono stati segnalati dei focolai nel Nord Est (in Friuli e in Veneto), ma anche in Emilia Romagna e Puglia. I focolai riguardano sia animali selvatici sia animali in allevamento, ma ad ora non sono state registrate crisi comparabili a quelle che stanno già lambendo altri paesi della Ue.
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