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Videogiochi, non tutti nuocciono alla salute

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Alcuni, primi tra tutti gli "sparatutto", modificano determinate abilità umane. Altri, come quelli dove si affrontano più avversari, migliorano le capacità decisionali

Tatiana Necchi
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di Carlotta Clerici - Se sai sparare come un cecchino nei videogiochi sai prendere meglio le decisioni importanti. E' quanto affermano gli scienziati della University of Rochester, piccolo centro di ricerche d'avanguardia dello stato di New York, dopo aver scoperto che alcuni videogiochi, primi tra tutti gli “sparatutto”, modificano determinate abilità umane.  Non poche, infatti, sono le “conseguenze” sulle persone dopo sessioni di gioco prolungate. Non tutte però sono da ritenersi negative. Tra queste, la possibilità di aumentare, in meglio, la propria capacità decisionale. I giochi più utili, secondo i ricercatori americani, sono quelli d'azione e d'avventura: ossia quei generi di gioco in cui i giocatori si ritrovano a compiere due o più azioni contemporaneamente. Ad esempio, giustiziare nemici nascosti negli angoli mentre si guida a tutta velocità una macchina che fugge dalla polizia, non solo renderebbe più bravi a decidere, ma anche a farlo in maniera più rapida e precisa. Ma c'è di più. Secondo gli studi, appena pubblicati in the September 14th issue of Current Biology della Cell Press publication, giocare con costanza a questa tipologia di videogiochi, sviluppa anche la capacità di prestare attenzione, sia a livello visivo che uditivo, grazie all'enorme presenza di stimoli che riceve chi gioca nel corso della partita.  “A seconda delle scelte compiute nei vari quadri o scenari – afferma Daphne Bavelier della University of Rochster – i giocatori di video game si espongono a una serie di possibilità molto vasta, alle quali devono cercare di adattarsi il più rapidamente possibile per superare i vari “livelli di gioco”. E' per questo motivo che chi gioca spesso ai videogiochi, con il passare del tempo, diventa più veloce, ma non per questo meno accurato, nel giudicare le situazioni e agire di conseguenza”. Una notizia che dovrebbe suonare confortante visto che, da almeno un decennio, i videogiochi non sono più una forma d'intrattenimento esclusivamente pensata per bambini ma coinvolgono, oramai, le più svariate fasce di età. Infatti, secondo l'ultimo rapporto dell'ESA (2010 Essential Facts About the Computer and Video Game Industry,) l'età media stimata per il videogiocatore tipo è di 34 anni e ben il 67% delle famiglie trascorre la maggior parte del tempo davanti ai video game. Una passione che, negli ultimi anni, non solo riguarda gli adulti ma è diffusissima anche tra le donne. Stando alle relazioni raccolte dall'ESA, infatti, il 40% dei giocatori è di sesso femminile e rappresenta, in tutto il mondo, il 33% della popolazione giocante. A portare, infine, la “console mania” anche tra gli anziani, solo in America gli over 50 sono il 26 %  dei videogiocatori, la modernizzazione di strutture ospedaliere e la dotazione di supporti tecnologici nelle case di cure.

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