"Ruggine" nel cervello è la causa dell'Alzheimer
Un team di scienziati australiani rivela che l'accumulo di ferro nella materia grigia uccide i neuroni e provoca il morbo
Un accumulo di ferro nel cervello è la causa del morbo di Alzheimer. Lo rivela un gruppo di studiosi australiani dell'università di Melbourne, spiegando che il metallo a contatto con l'ossigeno arruginisce, provocando i danni neurologici tipici della malattia degenerativa, come la mancanza di memoria. Il patologo Ashley Bush, che ha diretto lo studio, in qualità di co-fondatore dell'azienda biotecnologica Prana, sta anche lavorando allo sviluppo di un nuovo farmaco contro la forma di demenza senile che colpisce il 10% degli over 60. Il composto, per ora denominato con PBT2 e giunto ai test clinici sull'uomo, promette di spazzare via la "ruggine" dal cervello, riparando i tessuti danneggiati. Le cause - La causa dell'Alzheimer è uno squilibrio tra i livelli di zinco e di ferro nel cervello. Nelle placche di proteina beta-amiloide all'origine dell'Alzheimer, si ammucchiano grandi quantità di zinco. Questo metallo agisce sulla proteina App precursore dell'amiloide, una struttura che attraversa la membrana delle cellule cerebrali e ha il compito di espellere il ferro dai neuroni. Gli alti livelli di zinco bloccano questa funzione spazzina dell'App, con il risultato che il ferro "ristagna" nella materia grigia. A sua volta, l'accumulo di ferro causa uno stress ossidativo che finisce per uccidere i neuroni. La rezione chimica che si verifica nel cervello, precisa Bush, è esattamente quella che porta alla formazione della ruggine: a temperatura ambiente il ferro si combina con l'ossigeno formando il caratteristico strato rossastro. Come dice Bush, nel cervello l'Alzheimer ha l'effetto di una catastrofe, una catena di eventi in cui è difficile capire quale sia il primo meccanismo a incepparsi. Ma per la prima volta questa ricerca fa luce sui processi biochimici che alterano l'equilibrio tra zinco e ferro e portano ai danni neurologici della malattia.