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Aviaria, l'allarme degli esperti: "Prepariamoci a una nuova pandemia". Il virus che si diffonde nei gatti

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Paura per l'aviaria. "Il virus - lancia l'allarme un gruppo di scienziati di diversi atenei Usa alla rivista Science - ha attraversato specie e si è adattato a ospiti mammiferi, tra cui bovini da latte, causando un'esposizione diffusa e sporadiche infezioni nell'uomo". E anche se fino ad ora la i casi non sono stati gravi, l'aviaria può comunque causare pesanti malattie. Insomma, il timore degli esperti è che "dobbiamo prepararci a una nuova pandemia".

Ad aggravare la situazione - è il ragionamento de-gli autori Jesse L. Goodman, Norman W. Baylor, Rebecca Katz, Lawrence O. Gostin, Rick A. Bright, Nicole Lurie, Bruce G. Gellin - il fatto che "la rapida disponibilità di un vaccino influenzale è fortemente limitata dalle tecnologie attualmente approvate, come i vaccini a base di proteine. La disponibilità del vaccino è inoltre rallentata dal tempo necessario per condurre valutazioni di immunogenicità ed efficacia e altri test sui lotti. Inoltre, molte agenzie regolatorie non hanno le risorse e la capacità necessarie per valutare rapidamente ma in modo robusto i vaccini pandemici". 

 

 

E ancora: "I programmi di immunizzazione, poi, sono complessi e richiedono una pianificazione anticipata. Il loro successo richiede ruoli, responsabilità e finanziamenti definiti, nonché un'efficace gestione delle informazioni e della catena di fornitura. Le strategie dovrebbero basarsi sull'esperienza fatta con l'influenza stagionale, con Covid-19 e altri focolai, e utilizzare le infrastrutture esistenti, coinvolgendo chi dovrà implementare i programmi. La pianificazione dell'immunizzazione e delle comunicazioni deve essere integrata e coinvolgere le comunità interessate, e deve trascendere le divisioni politiche".

Occhi puntati anche sulla trasmissione. Il virus dell'aviaria, H5N1, infatti, è particolarmente letale nei gatti domestici. Questi animali entrano in contatto con il virus tramite uccelli malati, cibo contaminato o latte vaccino infetto. In Italia sono stati riscontrati già due casi, entrambi nel bolognese.

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