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Tumore al seno, lo studio-choc: qualità dell'aria, quando il rischio sale del 28%

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La qualità dell'aria influisce anche sulla possibilità, per le donne, di essere colpite da un tumore al seno. Infatti le particelle inquinanti presenti nell'aria, in particolare quelle di dimensioni molto piccole come il PM2.5, sono sempre più collegate a un aumento del rischio della malattia, in particolare per le donne che vivono in aree con elevati livelli di inquinamento. 

Questo è quanto viene messo nero su bianco da una recente meta-analisi condotta dall'Università della California del Sud, che ha evidenziato un rischio maggiore del 28% per le donne esposte a questi particolati rispetto alla media della popolazione. Lo studio, pubblicato sul Journal of Oncology e coordinato da Anna H. Wu, ha esaminato i dati di decine di migliaia di donne, rilevando che il rischio di tumore al seno legato all'inquinamento atmosferico è uniforme tra diverse etnie e tipi di tumore, inclusi quelli con e senza recettori ormonali.

Questi risultati sono supportati anche da un’analisi del National Institutes of Health, che ha evidenziato un aumento significativo dei casi di tumore al seno tra le donne esposte al PM2.5 vicino alle loro abitazioni, con un impatto particolare sui tumori positivi agli estrogeni (ER+). Gli scienziati ritengono che il PM2.5, capace di penetrare a fondo nei polmoni, possa agire come un interferente endocrino, modificando il tessuto mammario e incrementandone la densità, facilitando così la comparsa dei tumori. Questo effetto risulta particolarmente marcato nei casi di carcinoma mammario in donne post-menopausa, indipendentemente dalla presenza di predisposizioni genetiche, come confermato da ulteriori ricerche presentate di recente al congresso ESMO di Madrid.

 

Di fronte a questi dati, e con nuove evidenze sui rischi oncologici connessi all'inquinamento atmosferico, ricercatori e specialisti stanno chiedendo misure per migliorare la qualità dell'aria nelle aree urbane e consigliano alle donne di limitare l’esposizione a questi inquinanti, quando possibile.

Un controllo più rigoroso della qualità dell'aria, soprattutto in prossimità delle zone con traffico intenso, potrebbe essere uno strumento utile per ridurre il rischio individuale associato alle polveri sottili come il PM2.5.

 

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