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Tumori, l'esame rivoluzionario che scova la malattia: come cambia la battaglia

Marta Ammoni
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Nel 1827 Robert Brown, botanico britannico, mentre studiava al microscopio le particelle di polline della Clarkia pulchella in acqua, osservò che i granuli di polline erano in continuo movimento e che in ogni istante tale moto avveniva lungo direzioni casuali. Brown pensò che queste particelle fossero “vive” e verificò la sua teoria eseguendo lo stesso esperimento con frammenti di una pianta morta, osservando tuttavia lo stesso fenomeno, senza però darsi una spiegazione. Qualche anno più tardi, nel 1905, Albert Einstein fornì una spiegazione fisica del moto browniano, attribuendone la causa agli urti dei granuli di polline con le molecole d’acqua, a loro volta mosse dall’agitazione termica. La prima verifica sperimentale dei risultati di Einstein si deve a J. B. Perrin, che per questo e altri risultati, ottenne il Nobel nel 1926. Sulle scoperte di questi scienziati si basa una delle più moderne tecniche di indagini oggi a disposizione: la risonanza magnetica 3 tesla Whole Body con Diffusion Weighted Imaging (in breve, DWI).

«La DWI rileva il moto Browniano delle molecole d’acqua all’interno dei tessuti che compongono il corpo umano, e il moto delle molecole d’acqua per semplice agitazione termica cambia quando un tessuto inizia a modificarsi in senso tumorale - spiega il professor Antonio Esposito, professore ordinario di Radiologia e direttore dell’Unità di Imaging Avanzato per la Medicina di Precisione dell’ IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano - l’acqua risulta come intrappolata nell’ambiente tumorale, caratterizzato da una più elevata concentrazione di componenti che ne ostacolano il movimento, come le membrane cellulari. L’acqua “intrappolata” si muove meno e più lentamente, risaltando nelle immagini di Risonanza Magnetica così da consentire di distinguere aree tumorali anche di dimensioni millimetriche».

Grazie all’utilizzo delle più sofisticate strumentazioni di imaging, fra cui anche un avanzatissimo scanner di Tomografia Computerizzata (TC) Photon Counting oltre allo scanner MRI 3 Tesla già descritto, e all’integrazione di specifici algoritmi di Intelligenza Artificiale, l’Unità di Imaging Avanzato per la Medicina di Precisione dell’Ospedale San Raffaele apre le porte alle ultime frontiere della radiologia diagnostica, confermando il San Raffaele come Istituto da sempre all’avanguardia per offrire ai propri pazienti i migliori percorsi di diagnosi e di cura ad oggi disponibili a livello mondiale.

 

 

 

«Le caratteristiche tecniche della nuova Risonanza Magnetica 3 Tesla permettono di acquisire immagini ad altissima risoluzione spaziale e di contrasto, consentendo di identificare e caratterizzare le patologie senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti e, spesso, senza la necessità di iniettare mezzi di contrasto». Continua Esposito: «L’esame di whole-body MRI ha una durata complessiva di 35/40 minuti, prevede la scansione di tutto il corpo, dalla testa fino a metà coscia, con l’acquisizione di immagini multiparametriche con una sensibilità molto elevata per alterazioni di tipo oncologico, anche in fase molto precoce, e per alterazioni aneurismatiche dei grossi vasi, prima che queste diventino sintomatiche».

La TC Photon Counting rivoluziona il mondo della Tomografia Computerizzata, con enormi vantaggi rispetto ad uno scanner standard: «la macchina consente di studiare l’intero corpo umano con un livello di dettaglio sorprendente, che si avvicina a quello della microscopia, in pochi secondi e con una dose minima di radiazioni e di liquido di contrasto, significativamente inferiore a qualsiasi altra scansione TC. Inoltre permette di separare fra loro alcune componenti che troviamo nei nostri tessuti sulla base della loro composizione atomica. È infatti possibile rendere, per esempio, distinguibili lesioni tumorali prima invisibili o consentire di quantificare il sangue che arriva in un organo e di sostituire completamente la coronarografia per diagnosticare, con elevatissima accuratezza, la presenza di malattia ischemica del cuore o di placche aterosclerotiche che predispongono all’infarto, così come di valutare il passaggio di sangue negli stent coronarici inaccessibili con tecnologia TC convenzionale», conclude il professor Esposito.

Questi esami diagnostici avanzati fanno parte di un più ampio progetto di medicina preventiva personalizzata che l’IRCCS Ospedale San Raffaele propone attraverso percorso Genos che prevede visite multispecialistiche con un team medico-sanitario dedicato. Per maggiori informazioni sulle prestazioni: [email protected] (lun-ven 08:30 – 16:00). Per le aziende: [email protected] ©

 

 

 

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