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Starnuto trattenuto o troppo forte: i rischi per i polmoni e l'aorta

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Per uno starnuto, fatto o "contenuto", si può finire in ospedale e rischiare grosso. Qualche esempio, snocciolato da un articolo del Corriere della Sera: un uomo è stato operato d'urgenza per eviscerazione intestinale dopo una serie di violenti starnuti (e annessi colpi di tosse, va detto però che la vittima si era sottoposta pochi giorni prima a un "banale" intervento all'addome), mentre un altro ha riportato una perforazione spontanea della trachea. Motivo? Si è tappato il naso per evitare un sonoro starnuto. 

La funzione dell'emissione di aria dal naso, spiega il professor Massimo Torre, direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’Ospedale Niguarda di Milano, sempre al Corriere.it è quella di "espellere oggetti potenzialmente dannosi, come polvere, batteri e virus, fuori dal nostro sistema respiratorio". 

L'effetto di trattenere lo starnuto (spesso per motivi di bonton o imbarazzo) è l'aumento della pressione dell'aria all'interno del torace, che provoca l'iperespansione dei polmoni e provocando, nei casi più gravi ed estremi, la loro rottura. "In questo caso - sottolinea il professor Torre - il primo sintomo è il dolore toracico acuto e violento, con possibile dispnea, ovvero mancanza di respiro o fame d'aria".

Sono casi rari, ma non impossibili: "Nella casistica di quello che può avvenire trattenendo uno starnuto rientra anche l'ipertensione endotoracica, con spinta dei diaframmi verso l'addome e il conseguente aumento della pressione endoaddominale, che può provocare ernie e dilatazione della muscolatura addominale. Infine chiudendo naso e bocca per cercare di trattenere uno starnuto la pressione interna del naso aumenta rispetto a quella esterna e ciò può causare una lesione alla membrana timpanica". 

Meglio dunque "liberare lo starnuto", ma quando questo è troppo violento si potrebbe arrivare alla "lacerazione dei muscoli intercostali, con conseguenti fratture costali, ma possono verificarsi anche delle emorragie congiuntivali o, in casi estremi, persino la rottura di un aneurisma intracranico o la dissecazione della parete dell'aorta". 
 

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