Mito e scienza
Aurora Boreale nell'Italia centrale: ecco cosa c'è dietro al fenomeno
Oggi, nell'epoca dei Social milioni di foto di cieli con cortine ondeggianti in rosa, viola o verde hanno invaso pc e cellulari di tutto il globo, e gli scienziati hanno confermato che l’aurora boreale della notte tra venerdì e sabato è stata qualcosa di storico, per la sua estensione e la sua intensità.
In passato, la mitologia dei popoli nordici cercò per il fenomeno dell'aurora boreale una quantità di spiegazioni fantastiche. Una danza di spiriti in cielo, ad esempio, che secondo i lapponi non bisognava applaudire per non attirare la loro attenzione e rischiare un rapimento. O i riflessi luminosi degli scudi delle valchirie che cavalcavano destrieri alati, nell'immagine del foklore germanico che ispirò il famoso brano di Wagner.
O una volpe magica che quando è in ritardo a un raduno nel correre per recuperare strofina la coda in cumuli di neve, secondo una leggenda finnica. O gli spiriti dei morti che giocano a palla nel cielo con la testa o il teschio di un tricheco, in un mito eschimese.
CREDENZE
Alcuni popoli credevano che l'aurora boreale portasse fortuna ai bambini concepiti sotto di esse. Altri invece ne interpretavano il rosso come annuncio di guerra e altri rivolgimenti sanguinosi.
La scienza moderna spiega invece che nasce dal contatto tra venti solari e atmosfera, che avviene a circa cento chilometri dalla superficie per effetto del campo magnetico terrestre, che reindirizza la carica di elettroni solari verso la magnetosfera posta sopra i poli magnetici. L'aurora è formata dall'interazione di particelle ad alta energia, in genere protoni ed elettroni, con gli atomi neutri dell'alta atmosfera terrestre.
Queste particelle possono eccitare, tramite collisioni, gli elettroni di valenza dell'atomo neutro. Dopo un intervallo di tempo caratteristico, tali elettroni ritornano al loro stato iniziale, emettendo fotoni (particelle di luce). I colori dipendono da quali gas sono presenti nell'atmosfera, dal loro stato elettrico e dall'energia delle particelle che li colpiscono. L'ossigeno atomico è responsabile del colore rosso, l'ossigeno molecolare per il verde, l'azoto per il blu. In effetti, il termine preciso sarebbe quello di aurore polari. Boreali o australi, a seconda se avvengono nell'emisfero nord o sud del pianeta. All'origine sono le macchie solari a causa della diversa velocità angolare di rotazione del Sole su se stesso, per cui c'è un picco di attività solare ogni 11 anni.
CARRINGTON
In alcuni punti queste aurore sono visibili tutto l'anno. In altri, tra novembre e marzo. Luoghi privilegiati sono l’Alaska, l’arcipelago danese delle Isole Fær Øer, l’estremo nord della Scozia, la Groenlandia, l’Islanda, la Finlandia e la Svezia. Più raro che arrivino ad altre latitudini, ma a volte capita. È appunto quello che sta succedendo adesso, dal Nord Europa all'Italia centrale e dagli Stati Uniti alla Tasmania.
Bella, ma fastidiosa. Che provochi disgrazie è superstizione, ma che dia fastidio alle reti elettriche e renda inutilizzabili per ore i segnali per la navigazione satellitare lo si sapeva, e infatti lo ha confermato la Noaa, l'agenzia degli Stati Uniti per l'atmosfera e gli oceani. Iniziò in effetti a creare problemi del genere già con quell'Evento di Carrington che prese il nome dall'astronomo inglese Richard Carrington, e che produsse i suoi effetti su tutta la Terra dal 28 agosto al 2 settembre 1859. Fu visibile anche a latitudini inusuali come Roma, Giamaica, El Savador Hawaii e Cuba, ma provocò notevoli disturbi all'allora recente tecnologia del telegrafo, interrompendo le linee per 14 ore.