H5N1, primo contagio mammifero-uomo: mortalità al 50%, psicosi da malattia-X
Caso umano di influenza aviaria in Texas, dove il virus è stato confermato in un lavoratore del settore lattiero-caseario che ha avuto contatti con bovini infetti. Il paziente, che presentava un’infiammazione agli occhi come unico sintomo, è in isolamento e sotto trattamento antivirale. A contagiarlo è stato un ceppo di H5N1 altamente virulento che di recente ha imperversato fra le mucche da latte in cinque Stati americani.
È la prima volta che un'influenza aviaria altamente patogena viene identificata nei bovini da latte negli Usa, come ha spiegato l'American veterinary medical association. Un elemento che, insieme alla trasmissione che corre da vacca a vacca, rappresenta per gli esperti un cambiamento preoccupante.
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"Ci sono centinaia di casi in letteratura di infezioni da H5N1 passata da volatili a uomo. È certo che questo passaggio in Usa da un mammifero a un uomo è un segnale di adattamento del virus che crea preoccupazione". Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali, sentito da Adnkronos commenta così il secondo caso umano di aviaria negli Stati Uniti, in Texas, in un lavoratore del settore lattiero-caseario che era entrato in contatto con bovini infetti.
Il virus H5N1 di influenza aviaria potrebbe essere la prossima malattia X che porterà una pandemia? "La mortalità per questo virus è intorno al 50% quindi potrebbe essere la malattia X, i virus influenzali aviari sono gli indiziati numero uno e i più temuti - risponde Andreoni - I virus H5N1 e H7N9 sono quelli più pericolosi, il secondo ha una mortalità intorno al 30%, è chiaro che se diventasse possibile una loro trasmissione da uomo a uomo, al momento mai confermata, potrebbero essere molto dannosi".
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Preoccupato anche Matteo Bassetti per questo paziente "risultato positiva al ceppo H5N1 dell’influenza aviaria ad alta patogenicità. Si è contagiato attraverso bovini da latte. Ormai il virus dell’aviaria si è riassortito con una pressione virale elevatissima. Infatti sta provocando infezioni non solo nei volatili, ma in molti mammiferi, compresa la mucca texana", scrive su Twitter l’infettivologo primario del Policlinico San Martino di Genova. Il virus H5N1 "a oggi non si è trasmesso da uomo ad uomo - precisa Bassetti - ma chi può sapere cosa succederà in futuro. Una ragione in più per tenere sempre aggiornati i piani pandemici", raccomanda l’esperto.