Intelligenza artificiale, rischi e vantaggi: perché servono buone regole
Rispetto all'intelligenza artificiale, "ciò che può destare grande preoccupazione (una preoccupazione che ha caratterizzato ciascun traguardo tecnologico nel corso dei secoli)", scrive su Libero Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, è "la mano umana che può gestire tali straordinarie capacità. Ecco perché servono regole". L'intelligenza artificiale "non ha natura divina e i servizi cui essa dà forma altro non sono che prodotti nelle mani di soggetti che, nonostante tutti i limiti da un lato dei mercati globali e dall’altro dei tempi della regolamentazione, ancora rispondono alle nostre leggi".
Buttafuoco: "L'intelligenza artificiale non ha regole né teme Dio"