Se il trasporto aereo vola in un futuro green: un obiettivo complesso
Transizione green, ovvero, un obiettivo di enorme complessità, al di là di troppi guizzi retorici, che chiama gli operatori di tutti i comparti coinvolti a disegnare il futuro proprio, degli utenti, delle normative a riguardo. Il trasporto aereo è sicuramente uno di questi settori. Su questo tema, ieri si è svolto a Roma il secondo Congresso annuale del “Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo”. Si tratta dell’osservatorio promosso da Aeroporti di Roma, con il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di Enac. Una realtà che chiama a sé player industriali, stakeholder istituzionali, associazioni di categoria e terzo settore. Ingranaggi di un mondo, quindi, che si trovano a confrontarsi e discutere sulla transizione green e l’obiettivo della neutralità climatica dell’intero settore entro il 2050.
Il Congresso annuale ha rappresentato dunque l’occasione per fare il punto su quanto è stato elaborato nell’ultimo anno, tra iniziative e proposte, e guardare anche in prospettiva. Dal primo punto di vista, rileva senz’altro l’aver inquadrato il “cosa fare” per combinare le due grandi sfide che la transizione porta con sé: da un lato il raggiungimento dei target. Dall’altro, però, la sopravvivenza economica del settore (che è il nocciolo del dibattito attorno alla svolta green, che i qualche approccio ideologico del mondo progressista vorrebbe si realizzasse a tappe forzate). Questa combinazione è possibile adottando misure che siano finalizzate a ridurre le emissioni, come per esempio utilizzare i carburanti sostenibili, l’attività di ricerca di nuove tecnologie, per la propulsione degli aerei. Sul piano delle prospettive, si colloca l’istituzione di una fondazione, che è stata annunciata proprio ieri, dall’Amministratore di Aeroporti di Roma Marco Troncone. La Fondazione, ha detto, prende corpo «per dare maggiore autonomia, forza e riconoscibilità ad un tavolo che sta funzionando, nell’ottica di ampliarne e condividerne la governance in questo secondo Congresso già vediamo un concreto svolgimento del tema della decarbonizzazione. Il percorso sarà lungo e impegnativo, ma oggi abbiamo già elementi per ritenere che gli obiettivi del 2030, siano effettivamente alla nostra portata, con progettualità industriali concrete che assicureranno la diffusione del Saf (carburante sostenibile per l’aviazione n.d.r) in linea con i mandati Ue e la transizione a NetZero dei principali aeroporti». E ha aggiunto: «L’obiettivo di avere emissioni zero entro il 2050 è raggiungibile».
Daniele Capezzone: le nuove regole Ue sugli imballaggi imballeranno consumatori e imprese italiane
La nascita della Fondazione è stata salutata positivamente da una pluralità di figure. Massimo Bruno, Chief Corporate Affairs Officer di Ferrovie dello Stato Italiane, ha affermato che ciò «garantisce maggiore concretezza agli impegni del Patto sulla decarbonizzazione del trasporto aereo. Nell’ambito di questa nuova realtà, il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane punterà a sviluppare progetti infrastrutturali e proposte commerciali che possano rafforzare l’intermodalità treno e aereo». Secondo Pasqualino Monti, Ad Enav, «il processo di decarbonizzazione del settore aviation passa attraverso il contributo di tutti gli attori della filiera e il Patto perla Decarbonizzazione del Trasporto Aereo, grazie anche alla costituzione della fondazione, è stato e continuerà ad essere una straordinaria opportunità per condividere e mettere a fattor comune le iniziative di tutte le realtà che vi partecipano». Riscontro positivo anche da Eni. Il direttore generale Energy Evolution, Giuseppe Ricci, vede nella fondazione uno «strumento di cooperazione tra i diversi soggetti che possono contribuire in modo pragmatico e concreto alla decarbonizzazione del settore». E ha aggiunto: «Eni, che già dal 2022 produce e commercializza biojet nella raffineria di Livorno distillando le bio-componenti prodotte nella bioraffineria di Gela, si è posta l’obiettivo di produrne fino a 300mila tonnellate l’anno dal 2025, certa che il Saf sia l’unico carburante al momento disponibile per ridurre le emissioni dell’aviazione».
A proposito di passi concreti già compiuti, Andrea Benassi, direttore generale di Ita Airways, spiega: «Ita è una compagnia giovane e la sostenibilità è fondamentale nel nostro piano industriale e nel rinnovamento della flotta; grazie ad Airbus, che è il nostro unico fornitore, raggiungeremo l’obiettivo di ridurre i consumi di carburante e le emissioni di CO2. Siamo partiti con 53 aerei di vecchia generazione e oggi abbiamo già 30 aerei nuovi con una riduzione di carburante di circa il 30%». Al congresso del Patto ha partecipato anche il viceministro all’Ambiente Vannia Gava, che ha evidenziato come sia importante, nel comparto del trasporto aereo, «preservare la produttività e le opportunità di crescita», sottolineando che «per la sostenibilità è doveroso attuare politiche normative, fiscali e di cooperazione: il patto perla decarbonizzazione si muove proprio in questo senso».
"Provocano la nausea": De Benedetti&Co. hanno un grosso problema