Aspartame "cancerogeno", ecco la quantità che ti condanna: cambia tutto
Un brano di Riccardo Del Turco del 1969, diventato celebre, cantava “Ma cosa hai messo nel caffè che ho bevuto su da te? C'è qualche cosa di diverso adesso in me. Se c'è un veleno morirò, ma sarà dolce accanto a te…”. Quale sarebbe il “dolce veleno” a cui faceva riferimento Del Turco? Dopo più di 50 anni ce lo spiega l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità”, ndr) che ha classificato l’aspartame come “potenzialmente cancerogeno” per l’uomo. Il dolcificante per caffè e bevande analcoliche, per l’appunto, il quale, oltre una certa soglia, diventa dannoso. Niente panico, però, il direttore della nutrizione e della sicurezza alimentare, Francesco Branca, spiega: “Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli, stiamo solo consigliando un pò di moderazione. Il problema è per i grandi consumatori. Chi beve una bibita ogni tanto non dovrebbe preoccuparsi”.
Nel corso di analisi effettuate durante tra Stati Uniti ed Europa e, in ultimo, in un incontro tenutosi a Lione, in Francia, dal 6 al 13 giugno, l’aspartame è stato inserito nella categoria “Gruppo 2B”, sulla base di test che riguardavano specificamente il carcinoma epatocellulare, un tipo di cancro al fegato. Altri test sono stati effettuati su animali da laboratorio. La categoria Gruppo 2B contiene anche l'estratto di aloe vera e l'acido caffeico presenti nel tè e nel caffè, ha affermato Paul Pharoah, professore di epidemiologia del cancro presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles: “Il pubblico in generale non dovrebbe essere preoccupato per il rischio di cancro associato a una sostanza chimica classificata come gruppo 2B”.
L'eurovendetta sulla frutta italiana: agguato a Bruxelles, cosa rischiamo
Il comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari formato dall'Oms e da un'altra agenzia delle Nazioni Unite, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (Jecfa), si è riunito invece a Ginevra dal 27 giugno al 6 luglio per valutare i rischi associati all' aspartame e ha concluso che non vi sia alcun motivo per modificare la dose giornaliera accettabile stabilita nel 1981, da zero a 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo. Con una lattina di bibita analcolica senza zucchero contenente tipicamente 200 o 300 mg di dolcificante aspartame, un adulto del peso di 70 kg dovrebbe quindi consumare più di 9-14 lattine al giorno per superare il limite, supponendo che non venga assunto ulteriore aspartame da altre fonti. Dunque bere sì, ma addolcire con moderazione, anche perché, del resto, il miglior caffè è sempre quello amaro.
Vedete questa pizza? Costa 2.000 euro: scoppia la bufera, ecco perché