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Nasa, guerra alla Cina: terre rare, la Luna per piegare Pechino?

di Benedetta Vitetta giovedì 29 giugno 2023

3' di lettura

La Nasa sta tentando di iniziare l’estrazione di terre rare e ferro sulla Luna a partire dal 2032. È quanto ha riferito nelle scorse ore l’agenzia di stampa internazionale Reuters, citando uno scienziato missilistico dell’agenzia spaziale statunitense, Gerald Sanders. Inizialmente si dovrebbe partire dall’estrazione di risorse come l’ossigeno e l’acqua che, alla fine, potrebbero espandersi anche al ferro e alle terre rare.

«Stiamo cercando di investire nella fase di esplorazione in modo da ridurre il rischio gli investimenti esterni abbiano un senso che possa poi portare allo sviluppo e successiva alla produzione» ha spiegato Sanders in occasione di un evento dell’industria mineraria a Brisbane, in Australia.

Per il momento «stiamo letteralmente solo grattando la superficie» ha aggiunto lo scienziato missilistico per 35 anni impegnato presso il Johnston Space Center della Nasa. L’agenzia spaziale Usa, a fine mese, invierà un impianto di perforazione di prova sulla Luna e sta pianificando uno scavo su scala più ampia del suolo lunare e un impianto di lavorazione pilota nel 2032. Tutto questo anche per battere la concorrenza cinese.

PLATINO E NON SOLO
E l’annuncio dello scienziato Sanders non è un qualcosa di peregrino e improvvisato visto che un’affermazione del tutto similare era arrivata direttamente dall’ex amministratore della Nasa, Jim Bridenstine, che in un’intervista aveva dichiarato che l’estrazione di metalli delle terre rare dalla superficie lunare «sarà possibile in questo secolo. Potrebbero esserci tonnellate di metalli del gruppo del platino sulla Luna, metalli delle terre rare che sono estremamente preziosi sulla Terra».

L’agenzia spaziale a stelle e strisce prevede di riportare gli americani sulla Luna come parte della sua missione Artemis (inclusa la prima donna di colore) entro il 2025, e di imparare dalla missione per facilitare un successivo “viaggio-missione” su Marte.

Certo è che, se da un lato la domanda di metalli rari sulla Terra è aumentata a dismisura negli ultimi vent’anni visto che sono usati per una serie di prodotti ormai diventati indispensabili per il nostro vivere quotidiano - ci riferiamo alle batterie delle auto elettriche e a quelle dei cellulari, passando per le attrezzature militari fino ai tubi fluorescenti, dall’altro laro per lanciare la nuova missione lunare serve promuovere opportunità commerciali nello spazio.

PARTNER COMMERCIALI
«Abbiamo partner commerciali che non esistevano in passato (leggasi Boeing, Lockheed Martin, SpaceX e Blue Origin, ndr) che ora possono aiutare a compensare i costi. Fanno i propri investimenti perché vogliono clienti che non siano necessariamente gli uomini della Nasa» ha spiegato Bridenstine. Insomma, i primi clienti dovrebbero essere direttamente società di razzi commerciali che potrebbero utilizzare le risorse della Luna per il carburante o l’ossigeno. «Sviluppare l’accesso alle risorse sulla Luna sarà la vera chiave di volta per tagliare i costi e sviluppare così un’economia circolare» ha precisato Sanders. 

Ma, come detto, finché la Cina dominerà la produzione mondiale di terre rare, Washington rimarrà sempre sotto costante pressione da parte di Pechino. E più le terre rare diventano un bene sempre più prezioso e raro, più i ricercatori saranno alla ricerca di nuovi rifornimenti al di fuori del nostro pianeta. In quest’ottica l’estrazione della Luna e degli asteroidi divenerà una prospettiva futura non soltanto fondamentale ma anche molto redditizia.

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