Titan, le ultime ore senza ossigeno: "Panico, soffocamento"
Le speranze di ritrovare i cinque passeggeri del Titan ancora vivi sono ormai finite. L'aria respirabile non ci sarebbe più. Almeno secondo le stime che fissavano tra le 11 e le 12 (ora italiana) la presenza di ossigeno all'interno del sommergibile scomparso domenica. E allora ci si chiede, cosa succede quando finisce l’ossigeno? "La mancanza di ossigeno paradossalmente non è lo scenario peggiore – spiega Matteo Cerri, professore di Fisiologia dell’Università di Bologna —: determinante per le dinamiche di fine vita è se si esaurisca l’ossigeno o aumenti troppo l’anidride carbonica (CO2). Un aumento eccessivo di CO2 rispetto all’ossigeno peggiorerebbe la situazione psicologica causando panico e un senso di soffocamento angosciante nel momento finale, perché l’aumento della CO2 viene percepito dal nostro cervello con un segnale estremamente ansiogeno ed è il motivo per cui si scatena la paura".
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Insomma, "se l’ossigeno diminuisce prima che la CO2 raggiunga una concentrazione elevata, subentrerebbero prima un forte mal di testa, poi la sonnolenza e in seguito un progressivo addormentamento". Il nostro cervello infatti non è in grado di capire quanto ossigeno manca. Motivo per cui se l’ossigeno scende ma la CO2 resta normale, "la reazione del nostro sistema vegetativo non sarebbe così drammatica come con l’ipotesi contraria".
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In questo caso, secondo l'esperto raggiunto dal Corriere della Sera, ci si addormenterebbe. Eppure tutto dipende dal materiale con cui è fatto il sottomarino della OceanGate. In particolare "dai filtri utilizzati". Una cosa è certa: in caso di mancanza di ossigeno i sintomi sarebbero quelli già conosciuti, ossia il senso di fatica, apatia, incoordinazione motoria, perdita della memoria e dell’attenzione, sonnolenza, nausea.