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La frustata di Formigoni: l'uomo metta un freno all'intelligenza artificiale

Roberto Formigoni
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 Porterà certamente grandi vantaggi alla nostra vita, semplificherà il nostro lavoro, sarà comunque il motore del nostro futuro. Sto parlando dell’Intelligenza artificiale, una delle numerose “invenzioni” di questa epoca ricca di innovazioni, in qualche modo tutte figlie della grande rivoluzione di internet. Sarà capace di assemblare milioni, miliardi di dati in una frazione di secondo, e di prendere decisioni, di orientare la nostra produzione secondo questi dati scientifici comprovati, evitando errori, scegliendo la soluzione migliore, più rapida e più conveniente al posto nostro: senza alcuno nostro sforzo!

Ma siamo sicuri che questo non comporti e non comporterà mai una minaccia per la sopravvivenza dell’umanità? Siamo sicuri che il nostro cervello, la nostra intelligenza, la nostra volontà, che saranno pur piccoli ma sono la garanzia del bene più grande che abbiamo, la nostra libertà, non verranno sopraffatti e diverremo schiavi delle macchine, dei modelli costruiti dall’intelligenza Artificiale? Non è la prima volta che si parla di una super intelligenza capace di distruggere gli stessi uomini che l’hanno creata. Attenzione! Questi allarmi non nascono dalla paura di qualche pavido ignorantello, ma si ripetono da diversi anni lanciati da esperti come Elon Musk, Bill Gates, Stephen Hawking, Jack Ma di Alibaba, e questa settimana un allarme molto forte e documentato è stato lanciato da 350 imprenditori, investitori, ricercatori ed esperti.

 

Essi chiedono che la politica (!!!) fissi al più presto delle regole per evitare che vengano messi in commercio modelli di intelligenza artificiale incontrollabili. Che, dicono, potrebbero portare a sopprimere o rendere schiava l’umanità. Un esempio agghiacciante lo ha fatto Elon Musk: «Quando costruiamo una strada seppelliamo sotto l’asfalto un gran numero di formicai. Noi potremmo fare la fine delle formiche». Un monito arriva anche da filosofi e antropologi: «L’intelligenza artificiale è una contraddizione logica e non può produrre che infelicità» afferma tra gli altri Jean Luc Marion, illustre docente della Sorbona.«Funziona solo per il mondo degli oggetti e noi non siamo oggetti. Se ad essa ci sottomettiamo diverremo anche noi degli oggetti. Il nostro destino sarà l’infelicità e la stupidità: la sottomissione». Tutto ciò non è più soltanto alle porte dell’Europa e dell’Occidente; vi è entrato da tempo, è un potere che ci governa. «Grandissima è la responsabilità degli intellettuali, ma essi hanno dimenticato che la legge che dovrebbe governarci è la fraternità». Oggi invece è l’egoismo. 

 

 

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