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Metapneumovirus, drammatico boom di casi: l'ultima minaccia al genere umano

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Allarme negli Usa dopo il picco di infezioni respiratorie da metapneumovirus umano (Hmpv). Non si tratta di un patogeno sconosciuto: è stato scoperto nel 2001 nei Paesi bassi ed è un virus a Rna che prima di oggi non ha mai destato particolari preoccupazioni. A far scattare l'allarme ora è l'improvviso aumento di casi.

 

 

 

Come segnalato dai Centres for Disease Control and Prevention, a metà marzo negli Stati Uniti quasi l’11% dei campioni testati era positivo all’Hmpv, un numero superiore di ben oltre il 36% rispetto al solito picco stagionale medio del periodo pre-pandemia Covid. Secondo la maggior parte degli esperti, il picco potrebbe essere una conseguenza proprio di tutte le misure che sono state prese in questi anni per il Covid, dal lockdown all'utilizzo delle mascherine. Tutte misure che hanno impedito al sistema immunitario di entrare a contatto con i consueti virus per gestire le future esposizioni.

 

 

 

Questo virus in genere provoca un raffreddore, dunque colpisce soprattutto il tratto respiratorio superiore, causando naso chiuso, tosse e respiro corto. E l’infezione di solito dura dai tre ai sette giorni. Tuttavia, nei bambini può causare una malattia respiratoria anche grave. Di solito i più piccoli entrano in contatto con il metapneumovirus entro i 5 anni. 

 

 

 

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