Vaccino anti-cancro, l'esperto: ecco quali tumori potrà curare

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mercoledì 12 aprile 2023
Vaccino anti-cancro, l'esperto: ecco quali tumori potrà curare
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Moderna ha annunciato la rivoluzione: entro il 2030 potremmo avere vaccini personalizzati a mRna contro il cancro, le malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni. L'entusiasmo è tanto anche se Rino Rappuoli, microbiologo e direttore scientifico del Biotecnopolo di Siena, preferisce mostrare cautela. Il motivo è semplice: "Primo: i vaccini a Rna anticancro funzioneranno solo per quelli con più mutazioni cellulari, ossia i tumori di polmone, stomaco, colon e in parte del seno". Secondo: "i vaccini per prevenire i tumori per ora riguarderanno quelli di origine virale, compresa la sclerosi multipla, anche se un tumore non è. Ma per prevenire gli altri c'è ancora tanta strada da fare". 

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In ogni caso questo è solo l'inizio e promette bene. Raggiunto da La Stampa, l'esperto parla di una "svolta", perché "costruire dei vaccini in grado di curare i tumori è un sogno che si coltiva dal 1920 ma che fino ad ora ha generato solo fallimenti". Ora dunque potremmo vedere la luce in fondo al tunnel: "Per la prima volta abbiamo delle prove cliniche di efficacia, anche se il vaccino a Rna di Moderna funziona combinato con il monoclonale 'Keytruda', uno degli antitumorali più commercializzati al mondo". Si tratta di un farmaco che risveglia i linfociti T. Questi ultimi, in presenza di un tumore si addormentano, risvegliandoli invece vengono scagliati contro le cellule tumorali. Dunque i limiti di efficacia non sono pochi.

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Il vaccino di Moderna, infatti, "contiene 34 peptidi che sono mutati nelle cellule tumorali, chiamati neoantigeni. A quel punto i linfociti T risvegliati dal monoclonale hanno dei nuovi bersagli molto specifici contro i quali scagliarsi". I risultati sono buoni, ma non ottimi: "Le prove cliniche condotte su due gruppi, uno in terapia solo monoclonale, l'altro trattato insieme al vaccino a Rna - conclude Rappuoli -, hanno dimostrato che in questi ultimi pazienti c'è un miglioramento del 44 per cento di ricorrenza del tumore o morte rispetto a chi è stato trattato con il solo monoclonale". Per questo il vaccino potrebbe funzionare meno "dove c'è un minor numero di mutazioni, come il cancro al pancreas o il gliobastoma, meglio in quelli con più mutazioni, come polmone, stomaco, colon, mentre il tumore al seno ha un numero di mutazioni intermedie".