Realtà virtuale, ecco cosa accade davvero nel mondo parallelo

di Alessandro Dell'Ortosabato 25 febbraio 2023
Realtà virtuale, ecco cosa accade davvero nel mondo parallelo
3' di lettura

Lì a destra, dove sei abituato a vedere il tavolo ricoperto di cianfrusaglie, appare improvvisamente un cattivissimo mostro alato che ti punta dal cielo limpido e con una meravigliosa luce primaverile-, ti schiva e poi fugge via veloce a sinistra, scomparendo dove di solito c’è la porta che dà sul corridoio. Stupore. Brividi e il battito accelera, pum pum pum. Anche perché, nel frattempo, la barchetta sulla quale ti stanno trasportando due loschi tizi in mezzo alla foresta barcolla tra le ripide di un fiumiciattolo che scorre esattamente dove c’è (anzi ci sarebbe) il tappeto prezioso che ti aveva regalato una vecchia zia qualche anno fa. E, fidatevi che è proprio così, ti sembra di sentire gli schizzi d’acqua sulle mani. Pazzesco. Sconvolgente. E quando, un attimo dopo, un rumore improvviso attira la tua attenzione alle spalle, accade qualcosa di difficilmente spiegabile che provoca un misto di innocenza e stupore, esattamente ciò che non provavi più dalla prima volta al Luna Park o dai regali di Santa Lucia del 1978. Già, perché ti giri e oplà: anziché imbatterti nella libreria con i grandi classici c’è la foresta e sullo sfondo una montagna innevata e poi le nuvole e ancora più vicino a te gli ultimi posti della barchetta con uno zaino che cerchi di afferrare perché sembra tutto vero e anzi è tutto maledettamente vero nella tua testa e nei tuoi occhi anche se non è possibile e allora ti manca il respirooooo e...


EFFETTO NAUSEA
E basta. Stop. Togli la maschera (comunque sono consigliate pause frequenti per evitare la “motion sickness”, una sorta di mal d’auto che provoca vertigini e nausea) e rifiati, confuso e felice manco fossi in una canzone di Carmen Consoli. Benvenuti nell’ultima versione di realtà virtuale (Sony Playstation VR2, uscita in Italia due giorni fa, costo 600 euro) che per un ragazzino magari è normalità, ma per te un po’ più su con gli anni è qualcosa di speciale che immaginavi sì coinvolgente, ma non realistica fino a questo punto. In un attimo la stanza di casa si trasforma in un mondo inesistente che tu vivi come se fosse vero perché ci sei dentro, perché tocchi, respiri, ascolti (mancano solo i profumi, ma ovviamente in Giappone ci stanno già lavorando). La cosa più incredibile è che non serve chissà quale marchingegno.


Basta collegare il casco con visiera (per i più esperti: il dispositivo utilizza un display OLED con risoluzione 2400 x 2400 pixel per occhio, una frequenza di aggiornamento che va dai 90 a 120 Hz e un campo visivo di circa 110 gradi) e cuffie alla Playstation5, settare il visore (quattro videocamere più due di tracciamento per singolo occhio) e memorizzare la dimensione della stanza, gli ostacoli e gli oggetti presenti (per evitare di inciampare o sbattere), infine decidere se giocare in piedi o seduti e impugnare due joypad come fossero guanti. Finito.
Ed ecco che si apre un nuovo mondo, quello parallelo. Nel quale, oltre a godere panorami da documentario di Nature, interagisci, cammini, vedi le tue mani davanti a te come fossero reali e le utilizzi per arrampicarti (soprattutto nel gioco di lancio Horizon call of the mountain, spin-off della serie Guerrilla Games), scagliare frecce e combattere.
 

È SOLO L’INIZIO
Inconsapevolmente, così, ti ritrovi a replicare, tutto solo in mezzo ad una stanza, - un po’ come se fossi uno squilibrato sotto l’effetto di chissà quali strane droghe - molti movimenti nel vuoto e senza oggetti: se vivete con un animale state certi che si fermerà stupefatto a guardarvi con gli occhioni a fanale.
Tutto divertente, tutto emozionante. Ma anche inquietante per certi versi. Perché oltre a giocare, divertirsi (per ora sul mercato ci sono diversi upgrade VR per produzioni già disponibili, da Resident Evil: Village a Gran Turismo 7, simulatore di gare automobilistiche, ma nei prossimi mesi sono in uscita altri 10 titoli tra cui No Man's Sky, Before Your Eyes, The Dark Pictures: Switchback VR) e sognare emozionanti esperienze culturali per chi non può spostarsi (mostre, visite di città lontane, viaggi), ci sarà da capire fin dove ci porterà la tecnologia. Anzi, fin dove porterà le nuove generazioni, più social di noi ma meno sociali. Perché il mondo parallelo rischia di isolarti sempre più e non tutti, come noi nonpiùgiovani, lo sapranno vivere come un divertente passatempo in attesa di andare a fare una reale gita in montagna o di uscire a cena con gli amici.