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Aviaria, "primo umano contagiato": il nuovo virus terrorizza il mondo

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Dopo la pandemia di Covid, la sensibilità sui virus è molto più alta. Per questo fa notizia il fatto che l’influenza aviaria si sta diffondendo in maniera preoccupante tra specie diverse di animali e che sia arrivata a toccare per la prima volta una bambina in Ecuador. Ilaria Capua ha fatto il punto della situazione sul Corriere della Sera: “Quello che sta accadendo con l’influenza aviaria è il risultato di 25 anni di incapacità a gestire un problema che affonda le radici nella necessità di allevare sempre più animali a basso costo”. 

 

 

In questo senso i numeri su scala mondiale parlano chiaro: nel 2000 si allevavano ogni anno 13,9 miliardi di polli da carne, nel 2021 sono diventati 25,8 miliardi. “Ma il virus - ha spiegato la Capua - assolutamente noncurante di ciò che avveniva in Europa, ha continuato la sua corsa nel pollame asiatico e africano saltando fra pollo domestico e uccello selvatico come un acrobata fino ad arrivare a infettare una moltitudine inimmaginabile di uccelli selvatici migratori, che l’hanno a loro volta amplificato e trasportato per restituire a ciò che avviene sulla Terra questo malefico virus”.

 

 

La virologa vede una situazione analoga accaduta per il virus della Spagnola: “La situazione è molto complessa ci sono mondi economici e dinamiche naturali che si toccano innescando un meccanismo circolare che può prendere il verso di una spirale negativa di implosione oppure può trasformarsi in spirale positiva di riequilibrio sostenibile. Ci sarebbe da scrivere dieci pagine ma io invece credo che la priorità assoluta sia investire urgentemente e massicciamente in vaccini per l’uomo e per gli animali che possano arrestare o addirittura prevenire le conseguenze di questa nuova sciagura. È una corsa contro il tempo e bisogna agire. Adesso”. 

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