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Terremoto in Turchia, l'esperto Doglioni: "Cosa sta accadendo sotto terra"

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Il terremoto in Turchia è stato talmente potente che l'Anatolia si è spostata di tre metri. "È successo che quella che noi chiamiamo la placca araba si e mossa di circa 3 metri lungo una direzione Nordest-Sudovest rispetto alla placca anatolica; parliamo di una struttura nell’area di confine tra questo mondo, quello della placca araba, con quello della placca anatolica", spiega Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, in una intervista al Corriere della Sera. "Dalle stime che abbiamo e che sono via via in raffinamento sappiamo che la faglia si e attivata per almeno 150 chilometri con uno spostamento anche superiore ai tre metri. E successo tutto in alcune decine di secondi, irradiando questo terremoto di magnitudo di 7.8,-7.9, un terremoto che viene chiamato maggiore".

 

 

"In ogni terremoto si verifica un movimento sul piano di faglia, chiamato anche piano di frattura, che avviene lungo il confine tra le placche. Questo fenomeno è istantaneo e dipende dalla quantità di energia liberata durante l’evento sismico che provoca il terremoto stesso", aggiunge Paolo Messina, ricercatore associato presso l’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag). "Generalmente questi movimenti possono variare da pochi centimetri fino a diversi metri in funzione della magnitudo del terremoto. In questo caso, vista l’enorme quantità di energia accumulata, è stata osservata una traslazione della placca araba di circa tre metri verso Nordest-Sudovest rispetto a quella anatolica. Le due placche si interfacciano lungo il piano di frattura e hanno provocato un movimento relativo considerevole".

 

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