Vaccino e miocarditi: uno choc, cosa svelano i dati raccolti su Moderna
Da uno studio di Oxford pubblicato su Nature emerge che negli under 40 vaccinati è stata riscontrata una maggiore incidenza di miocarditi rispetto a chi è stato malato di Covid. "Questi dati suggeriscono che tra i soggetti under 40 ci sia una maggiore incidenza di miocarditi con Moderna che con Pfizer e una maggiore incidenza di miocarditi con Moderna che tra i positivi al test Covid", spiega il cardiologo Paolo Verdecchia, primario dell'ospedale di Assisi a Il Fatto quotidiano.
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In un'altra ricerca pubblicata sul Journal of Pediatrics del Seattle Children's Hospital si parla della "evoluzione dei risultati della risonanza magnetica cardiaca in 16 pazienti, di età compresa tra 12-17 anni, con miopericardite dopo la seconda dose Pfizer. Sebbene tutti i pazienti abbiano mostrato miglioramento clinico, molti hanno avuto risultati persistenti di risonanza magnetica cardiaca anche a 3-8 mesi dopo". In sostanza, dopo diversi mesi nel 67% dei ragazzi si riscontravano ancora valori di Lge alterati. "Il lavoro è interessante ma non è detto che questo referto radiologico implichi necessariamente danni rilevanti alle funzioni essenziali del cuore", chiarisce Verdecchia. "Il gadolinio è una sostanza tracciante che si accumula dove trova cellule lese. Dipende quindi dalla grandezza complessiva delle aree di accumulo e dall'eventuale sofferenza funzionale del cuore".
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Sugli eventi cardiaci avversi tra gli under 40 c'è poi uno studio israeliano che conferma un aumento del 25 per cento. Ma Verdecchia è molto cauto: "Lo studio ha mostrato solo un aumento delle chiamate al 118 per supposte sindromi coronariche acute o arresti cardiaci rispetto ai due anni precedenti. Hanno registrato solo le chiamate. Non sappiamo quanti soggetti che chiamavano fossero vaccinati contro il Covid e quanti no".