Fisco, l'algoritmo che ti entra nella carta di credito: come funziona, chi è spacciato
A luglio arriverà in Italia un algoritmo, gestito dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza, in grado di combattere l'evasione fiscale incrociando le banche dati e in grado di raggiungere gli obbiettivi ambiziosi del Pnrr. Secondo quest'ultimo l'Italia dovrebbe ridurre la propensione all'evasione registrata del 5% nel 2023 e del 15% nel 2024 rispetto ai dati del 2019. Come modello verrà preso quanto fatto un anno fa dalla Francia, la quale aveva introdotto un sistema per raccogliere informazioni anche da internet e social network.
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In realtà questo strumento è pronto da tempo ed è in linea con una circolare del 2016 dell'Agenzia delle Entrate la quale afferma che tutte le informazioni ottenute dalle banche dati si possono aggiungere a quelle che provengono da altre fonti, anche fonti aperte come web e piattaforme social. La stessa eventualità è poi stata ribadita nel 2018 dalla Guardia di Finanza. Era stato però dato uno stop dal Garante della Privacy, al quale il governo avrebbe ora trasmesso uno schema di decreto ministeriale che contiene le procedure per la pseudo-anonimizzazione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate, ai fini dell’acquisizione del relativo parere. A questo punto, se dovesse arrivare l'approvazione del Garante, l'algoritmo potrà cominciare a essere attuato già da luglio.
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L'algoritmo ha la possibilità di accedere a carte di credito, conti correnti, registri immobiliari e mobiliari e addirittura alle spese sanitarie. È proprio su quest'ultimo punto, però, che gli esperti del diritto della privacy sono più scettici. Secondo loro dovrebbero essere create due liste di contribuenti, la prima riguarderebbe quelli ad alto rischio di evasione e la seconda per quelli che presentano uno o più rischi fiscali.