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Vaccino, cosa c'è dietro davvero al vaiolo delle scimmie: la teoria esplosiva di Antonella Viola

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"Il virus del vaiolo delle scimmie rappresenta un reale problema per la salute pubblica. E le misure di contenimento vanno prese prima che sia troppo tardi": il monito arriva dall'immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza. L'esperta, però, in un articolo sulla Stampa ha spiegato anche che è troppo presto per parlare di pandemia.

 

 

 

Parlando dei sintomi della malattia poi ha detto: "Si presenta con febbre, mal di testa e dolori muscolari ed è tipicamente accompagnata da ingrossamento dei linfonodi. Dopo qualche giorno, da rush cutaneo che evolve nelle tipiche lesioni. Nella maggior parte dei casi si risolve nel giro di 2-4 settimane. Ma può manifestarsi in forma severa e con una mortalità che in tempi recenti si è aggirata intorno al 3-6%".

 

 

 

Uno dei fattori alla base della diffusione di questo virus, secondo lei, sta anche nel calo dell'immunità di gregge: "Il vaccino contro il vaiolo umano ci rendeva immuni anche nei confronti di questa zoonosi. Ma oggi gran parte delle persone non è vaccinata e quindi non è protetta. Questo calo dell’immunità di comunità può aver lasciato spazio ad un virus che finora si era riusciti a tenere sotto controllo". Il vaccino contro il vaiolo, infatti, ha cessato di essere obbligatorio nel 1981.

 

 

 

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