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Vaiolo delle scimmie, il fattore dell'anno di nascita: perché il 1981 è la data chiave

Massimo Sanvito
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Piano con gli allarmismi, certo, ma chi rischia di più il contagio da vaiolo delle scimmie? Partiamo dal presupposto che questa malattia, diffusa perlopiù in Africa, se presa per tempo e curata in modo corretto non dovrebbe spaventare. Si trasmette da scimmia a uomo laddove c'è stato un contatto ravvicinato, soprattutto tra chi vive nelle tribù, ma anche da uomo a uomo per contatto diretto delle lesioni o attraverso le goccioline che fuoriescono dalla nostra bocca quando respiriamo.

 

 

 

A inquadrare il fenomeno è Matteo Bassetti, primario della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova: «È bene sottolineare che la maggioranza dei casi a oggi riportati sono avvenuti all'interno di comunità chiuse, di cluster, fatte soprattutto da omosessuali che hanno avuto rapporti con altri uomini. È allora probabile che il contagio sia avvenuto durante o in prossimità di rapporti intimi sessuali. Siamo di fronte a un virus che adesso ha una trasmissione interumana in Europa, quindi non è più un problema del continente africano, ma è un problema a noi molto vicino». «Bambini e adulti nati dopo il 1981 sono più a rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie, ma ancora il numero dei contagi è basso per creare allarmismo”, spiega invece Antonella Viola, immunologa dell'Università di Padova. Quello che ci fa ben sperare è che il vaiolo delle scimmie, a differenza del Covid, non si trasmette facilmente a livello di respiro. Per contagiarsi servono contatti molto ravvicinati. Vietato, però, abbassare la guardia. «Perché questi virus, che hanno vissuto tanto tempo negli animali, non sappiamo quale comportamento potrebbero avere, quale la loro capacità di mutare e diventare magari più contagiosi», puntualizza Bassetti.

 

 

 

L'Istituto superiore della sanità ha emesso alcune linee guida importanti. Soprattutto a livello di prevenzione. «È importante verificare, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner». L'Iss ha inoltre costituito una task force composta da esperti del settore e ha contattato i centri per le infezioni sessualmente trasmissibili al fine di monitorare la situazione nel nostro paese. 

 

 

 

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